Lo scorso agosto un deputato della Cdu, il partito della cancelliera tedesca Angela Merkel, aveva fatto notizia per la sua decisione di ospitare in casa propria due profughi eritrei. Accogliere i richiedenti-asilo in prima persona, aveva dichiarato Martin Patzelt, «è il modo migliore di alleviare un po' l'emergenza abitativa». E forte di una villetta lasciata semivuota dai figli ormai grandi, aveva spalancato le porte di casa ai giovani Haben, 19 anni, e Awet, 24, ricevendo fra l'altro 100 euro al mese dallo Stato per l'ospitalità offerta. La rondine Paztelt non ha fatto primavera. Al contrario, pochi mesi dopo, l'esponente Cdu ha ricevuto una smentita dalla stessa cancelliera: «Anche se ho grande rispetto per chi lo fa, al momento non potrei immaginare di farlo io stessa». Così Angela Merkel in una lunga intervista alla Bild . «Ritengo che il mio obiettivo sia fare tutto affinché lo Stato possa gestire questo compito in modo ragionevole».
È una cancelliera dal volto rassicurante quella che parla al più diffuso tabloid nazionale (3 milioni di copie al giorno) pochi giorni dopo l'assegnazione del Nobel per la Pace al «Quartetto tunisino» per la democrazia. Anche la donna alla guida del governo tedesco era candidata all'alto riconoscimento per la sua decisione di aprire ai profughi. Sfumato il premio, la cancelliera torna alla politica rimettendo tutti al loro posto, dai rifugiati al presidente federale Joachim Gauck.
Consapevole che i tedeschi guardano con timore al massiccio afflusso di richiedenti-asilo, la leader cristiano-democratica ha garantito che i costi per l'accoglienza e l'integrazione non graveranno sulle spalle dei contribuenti. No dunque a nuove tasse: «Per anni siamo stati economicamente prudenti e la nostra economia è forte», ha sottolineato. Quindi ha riconosciuto l'opera prestata da sindaci e ministri regionali per fare fronte «all'enorme sfida» alla quale il suo governo li ha chiamati quando ha promesso ospitalità ai siriani in fuga.
Calata nei sondaggi a favore di colleghi di partito contrari all'apertura delle frontiere, la leader Cdu ha poi ricordato le «modifiche legislative avviate per gestire più in fretta sia le richieste di asilo di chi ha diritto di restare, sia i rimpatri di chi questo diritto non ha». Pannicelli caldi, secondo i suoi detrattori, buoni per rimandare nei Balcani poche migliaia di albanesi e bosniaci a fronte del milione e oltre di siriani attesi nei prossimi mesi. «Al pensionato che ha lavorato tutta la vita, l'assicurazione sanitaria non paga la fisioterapia: come glielo spiega che lei vuole cure gratuite per i rifugiati?», incalza la Bild . «Stiamo parlando di una copertura per 15 mesi e solo per malattie acute». «E come risponde al presidente federale (che nei giorni scorsi ha tirato il freno sull'accoglienza a tutti i costi, ndr )?». «Per consuetudine non commento i discorsi del capo dello Stato. Lui ha il potere della parola, la mia funzione è operativa: io agisco».
La cancelliera respinge anche l'invito di portare la crisi dei profughi davanti al Bundestag per un voto di indirizzo: «Sono stata eletta per quattro anni con un chiaro incarico a lavorare. Io cerco sempre di spiegare ai cittadini e alle cittadine quali sono i miei obiettivi e come raggiungerli, come adesso in questa intervista». Sicura di sé, Merkel si è anche detta «fermamente convinta» di avere il supporto della Cdu.
Le critiche dei colleghi? «Non mi stupiscono, siamo il primo partito del Paese», per cui una molteplicità di opinioni è del tutto normale. E il calo nei sondaggi? «I sondaggi non sono la mia misura. Come cancelliera la mia priorità è risolvere i problemi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.