Roma - La partita europea di Lega e Movimento cinque stelle diventa sempre più rischiosa e gli sviluppi finanziari delle dichiarazioni di Salvini sul deficit non facilitano il compito del governo. Nei giorni scorsi i richiami ultra rigoristi del premier austriaco Sebastian Kurz, hanno gelato le aspettative di chi puntava a un'alleanza tra il partito di Matteo Salvini e la parte del Partito popolare europeo più vicina ai sovranisti.
Ieri la bocciatura di Angela Merkel anche a quello che a molti sembrava un possibile obiettivo di medio termine per la Lega, l'approdo nel Ppe. «No», ha risposto secca la cancelliera tedesca a chi le chiedeva se fosse uno scenario credibile. «È evidente che per esempio per quello che riguarda la politica sui migranti abbiamo approcci molto differenti. Già questo è un motivo per cui il Ppe non si aprirà al partito del signor Salvini», ha spiegato al Sueddeutsche Zeitung. «Quel che è certo», aggiunge Merkel, «è che Manfred Weber nell'elezione a presidente della Commissione non si renderà dipendente dai voti di questi partiti».
Riferimento importante. Weber, il candidato di punta dei popolari europei per la guida della Commissione europea, non è pregiudizialmente contrario alla Lega per questo era visto con speranza dai leghisti più moderati.
La frase di Merkel non esclude possibili alleanze post elettorali, ma senza vincoli. Non è a questo che punta il governo Cinquestelle-Lega e non solo per uscire da un isolamento che, al di la della propaganda, non piace né a Salvini né a Di Maio. Il governo spera di potere contare nella clemenza di Bruxelles sui conti pubblici.
I conti del 2019 sono ancora sotto osservazione e non è esclusa la richiesta di una manovra che corregga gli effetti sulle finanze pubbliche della crescita sotto le aspettative. Poi per il 2020 il governo deve già trovare 30 miliardi di euro per evitare l'aumento dell'Iva e per le spese obbligatorie. Impossibile finanziare nessuna delle misure che i due partiti di maggioranza stanno preparando, a partire dalla flat tax. È necessario che la Comissione Ue sia clemente, ma le premesse non lasciano sperare nulla di buono. Ieri il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, sia pure in una veste politica, ha criticato il governo italiano.
In particolare la Lega che «appartiene più all'estrema destra» e «riattiva negli italiani certi ricordi rimasti nel loro cervello rettiliano». Frasi forti, sicuramente influenzate dalle elezioni (Moscovici è socialista), ma che rendono più difficile il confronto tra Europa e Italia sui conti pubblici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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