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Mes: pressing sul governo. Tajani: "Rilanciamo la sanità"

Per il vicepresidente Fi ora è possibile varare le riforme. Da Sure 20 miliardi alla Penisola, ma solo a settembre

Mes: pressing sul governo. Tajani: "Rilanciamo la sanità"

Crescono le pressioni sul governo affinché l'Italia acceda alla nuova linea di credito del Mes. Il segretario Pd Nicola Zingaretti, il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri hanno preso posizione ufficialmente, aprendo un fronte interno alla maggioranza.

Forza Italia conferma la linea tenuta fin dall'inizio. «Dobbiamo rilanciare la nostra Sanità e prepararla ad un possibile ritorno del virus. Per farlo dobbiamo usufruire dei fondi europei, compreso il Mes senza condizioni. Bene l'ottimismo degli italiani, ma lo Stato deve fare la sua parte», ha spiegato il vicepresidente Antonio Tajani.

Il punto è che gli strumenti messi a disposizione dall'Ue (per ora i prestiti Bei che possono valere 80 miliardi, i 36 miliardi del Mes in prospettiva i fondi Sure, 20 miliardi e il Recovery fund, 173 miliardi) vanno utilizzati insieme. Poi, ha aggiunto Tajani, «dobbiamo riformare la burocrazia, riformare il mercato del lavoro, mettere in campo una riforma fiscale e una riforma della Sanità anche grazie ai soldi del Mes. Serve, inoltre, riformare la Giustizia, che a causa della sua lentezza fa perdere al nostro Paese il 2 per cento del Pil. Dobbiamo cambiare l'attuale Codice degli appalti e rinnovarlo in linea con le regole europee. Non possiamo abbandonare le imprese, i commercianti ed il settore agricolo. Noi siamo pronti a scrivere in Parlamento le riforme, insieme alle forze di maggioranza, ascoltando tutte le forze produttive».

Oltre al nodo politico e alla prospettiva che sull'uso delle risorse europee si creino convergenze trasversali in Parlamento, l'uso del Mes rischia di diventare un tema dirimente per i conti pubblici. L'erogazione dei fondi Sure, il programma della Commissione destinato a finanziare le spese per gli ammortizzatori sociali, arriveranno solo dopo l'estate E non sono ancora chiare le condizioni finanziarie.

Il finanziamento della Cassa integrazione è uno dei capitoli di spesa più importanti per il governo. Ieri il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha spiegato che il governo intende prorogare la Cig per l'emergenza coronavirus fino a dicembre. Il ministero sta stimando i costi ed è in contatto con il dicastero dell'Economia per un «puntuale» utilizzo dei fondi Sure. Senza i fondi Ue difficile finanziare l'estensione degli ammortizzatori (che sarà accompagnata da un prolungamento del divieto di licenziare).

Sono 20 miliardi, che il governo deve anticipare. Così come le spese per la Sanità. Nei giorni scorsi si sono moltiplicate le voci su un piano del premier Conte per aggirare l'utilizzo del Mes. Un'altra emissione di titoli di Stato.

Con costi extra di spesa per interessi, difficilmente giustificabili in Europa. In questi giorni al ministero dell'Economia le cifre più citate sono quelle sul costo del prestito per spese sanitarie del nuovo Mes pubblicate dal direttore finanziario del Meccanismo Kalin Anev Janse nel suo blog.

In sintesi, nel corso della durata settennale del prestito il costo per gli stati che ne usufruiscono è negativo (-0,07%). «I Paesi che lo utilizzeranno riceveranno un pagamento, saranno pagati per indebitarsi: e questo è positivo per i cittadini perché abbassa la pressione fiscale».

Tutto questo a fronte di un costo dei Btp dell'1,7%, ha sottolineato il viceministro dell'Economia, Antonio Misiani, per il quale «si tratta di una opportunità molto importante per rafforzare il sistema sanitario».

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