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Mes, il sì tedesco scuote il governo

Germania verso la ratifica. Maggioranza tentata dal no. Le opposizioni attaccano

Mes, il sì tedesco scuote il governo

La sentenza della Corte Costituzionale tedesca, che respinge il ricorso di sette deputati liberali contro la ratifica da parte Bundestag tedesco del nuovo trattato di riforma del Meccanismo europeo di stabilità, mette spalle al muro l'esecutivo. L'Italia è l'unico Paese dell'Eurozona, insieme alla Germania a non aver ancora ratificato la riforma del fondo salva-Stati in attesa della pronuncia della Corte di Karlsrühe.

Il dossier Mes è un nervo scoperto per il governo, soprattutto nel rapporto con l'Europa. Il bivio è arrivato. I tre partiti di maggioranza, Fratelli d'Italia, Forza Italia e Lega, hanno una posizione critica rispetto al fondo salva-Stati: un fondo che concede, sotto precise condizioni, assistenza finanziaria ai paesi membri che - pur avendo un debito pubblico sostenibile - trovino temporanee difficoltà nel finanziarsi sul mercato. Lo strumento è stato messo a disposizione degli Stati durante la pandemia per finanziare le spese sanitarie. Nessuno Stato ne ha fatto richiesta. L'Italia potrebbe accedervi, chiedendo 37 miliardi di euro da utilizzare nel sistema sanitario. Soldi a debito che costringerebbero il governo a varare poi misure draconiane nel piano di rientro.

Da qui la netta contrarierà da parte delle forze di centrodestra. E anche ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha messo agli atti il no di Forza Italia rispetto alla possibilità che l'Italia ratifichi le modifiche al trattato di riforma del Meccanismo europeo di stabilità: «La mia forza politica ha espresso la sua riserva sul regolamento del Mes, in particolare per quanto riguarda il mancato controllo di chi guida il Mes da parte del parlamento europeo. È una riforma poco europeista. Ci sono riserve da parte della maggioranza». Dal fronte meloniano c'è grande cautela.

Non è percorribile la strada tedesca di un ricorso alla Corte Costituzionale, con l'obiettivo di prendere tempo: «Non è prevista nell'ordinamento italiano la verifica preventiva di costituzionalità di un trattato europeo», spiegano fonti della maggioranza. Due le opzioni: ratifica del trattato, ma senza accedere ai fondi o mancata ratifica. La Lega spinge per la seconda opzione: il no chiaro al Mes. Come se ne esce? «Basta non ratificarlo», spiega al Giornale un senatore del Carroccio. Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti aveva manifestato dubbi, definendolo uno strumento «obsoleto» che si presta al sospetto di rappresentare un dispositivo da «utilizzare per isolare e ricattare l'Italia».

La maggioranza sembra orientata verso lo stop definitivo alla ratifica del trattato. Ma la strada non è in discesa. Le opposizioni incalzano: «Qualcuno informi il ministro Giorgetti che la decisione della Corte Costituzionale tedesca è arrivata: è stato bocciato il ricorso contro il Mes, non sussiste traccia di incostituzionalità. Ora la Germania potrà ratificare il trattato, sfruttando un'ulteriore potente forma di sostegno alla propria economia. Cosa aspettiamo qui in Italia a fare altrettanto?», chiede Matteo Richetti, capogruppo del Terzo Polo.

Il segretario del Pd, Enrico Letta, è stato molto netto: «Avanti con determinazione». Il M5s ha seminato zizzania sperando di cogliere in fallo la maggioranza: «Il governo chiarisca la sua posizione». Ma c'è un'ultima carta da giocare: evitare il dibattito parlamentare.

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