Un mese di smog. E Milano «chiude»

Dopo 31 giorni consecutivi di superamento delle soglie, stop alle auto da domani a mercoledì

Un mese di smog. E Milano «chiude»

Antonio RuzzoMilano L'anticiclone che fa sbocciare i fiori di mimosa sulle rive del Po e fa sembrare una mezza primavera questo inizio di inverno s'è fatto già parecchi nemici. E chissà se sono più infuriati gli albergatori montani per un Natale senza neve o i milanesi costretti ormai da 96 giorni a respirare veleni e nei prossimi tre giorni ad andare a piedi per lo stop del traffico. Non piove e non pioverà almeno fino a Capodanno che proprio per l'allarme inquinamento sarà una festa silenziosa e senza botti per il divieto della Regione. Non piove e la differenza è enorme perché ormai sono 31 i giorni consecutivi di superamento delle soglie e, l'allarme rosso, ha praticamente obbligato il sindaco Giuliano Pisapia a prendere la decisione di bloccare il traffico che qualcuno si augurava e molti scongiuravano: «Abbiamo fatto un passo coraggiosissimo - ha spiegato- So che per qualcuno creerà disagi ma può avere un'incidenza che sarà apprezzata soprattutto se si estenderà su un'area più vasta. Iniziamo a vedere i risultati. Per ora stiamo facendo dei piccoli ma importanti passi avanti». Tutti a piedi o quasi quindi. Domani, martedì e mercoledì, dalle 10 alle ore 16 a Milano e in una ventina di Comuni dell'hinterland le auto non potranno circolare. Uno stop che non riguarderà i veicoli elettrici e ibridi. Un blocco annunciato che quasi certamente non porterà benefici perchè il bacino padano è come una stanza chiusa senza finestre. Un blocco che sembra un po' la mossa disperata di una giunta che in 5 anni non è riuscita a cambiare ciò che per Milano è un'emergenza da sempre e che, come sempre, per risolverla si affida ancora alle danze della pioggia. «Certo, il blocco per limitare l'emergenza è una scelta importante ma non risolverà il problema - spiega Ezio Bolzacchini, docente di chimica dell'atmosfera all'Università Bicocca- Questo allarme è dovuto a una particolare situazione meteo-climatica che, alla lunga, diventa di estrema pericolosità per la salute dell'uomo». Da un'Università all'altra il parere non cambia: «Il problema dell'inquinamento nella pianura Padana si risolve solo con interventi strutturali e profondi- spiega Roberto Zucchetti, coordinatore dell'area trasporti del Certet della Bocconi- Il blocco delle auto non serve, un uso più coscienzioso dell'automobile è un problema culturale». Quindi per venirne a capo bisognerebbe che tutti collaborassero. A cominciare da chi amministra città e regioni. E così mentre il governatore lombardo Roberto Maroni ha convocato per domani in Regione un Tavolo di coordinamento con i vertici di Anci Lombardia e con tutte le principali istituzioni, i Verdi chiedono con urgenza ai presidenti di Camera e Senato di convocare con urgenza le rispettive assemblee alla presenza del governo per sollecitare provvedimenti strutturali e varare un Piano straordinario per il trasporto pubblico locale. Ma in politica anche con l'inquinamento è muro contro muro. «Quel genio di Pisapia ha deciso 3 giorni di stop totale delle auto- attacca il segretario della Lega Matteo Salvini- Ma secondo me è una cazzata che non risolve i problemi dell'aria che fa schifo ma disturbano solamente chi vorrebbe lavorare». A stretto giro di posta arriva la replica del Pd affidata ad un tweet del senatore Franco Mirabelli: «Salvini? É il solito uomo di governo ricco di proposte e mai fazioso...». Anche se non tutti a sinistra la vedono in questo modo: «Mi dispiace doverlo dire, ma stavolta Salvini ha ragione: un blocco di sei ore, peraltro in quelle di minor traffico, non avrà alcuna significativa influenza sul PM10 delle 24 ore- spiega Silvio Viale, esponente piemontese del Pd, vicecapogruppo in Consiglio comunale a Torino- Sbagliano Pisapia e il Pd milanese a non dire la verità ai milanesi: che il problema dello smog si combatte strutturalmente nel tempo e non illudendo con provvedimenti spot inefficaci». Schermaglie. Ma il blocco scontenta parecchi.

A cominciare dai commercianti che vedono lo stop al traffico come un disicentivo per le vendite dei negozi soprattutto con i saldi alle porte e la grande distribuzione che infatti ha già annunciato per alcuni centri comemerciali l'apertura fino alle 23.

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