Paolo Manzo
È diventata il simbolo di quest'ultimo terremoto che ha sconvolto il Messico. Frida Sofía, una ragazzina di 12 anni non sapeva che il 19 settembre sarebbe stato il giorno più importante della sua vita, semplicemente andando a scuola. Il destino, infatti, ha voluto che la sua scuola elementare, la Enrique Rébsamen, in un quartiere di classe media di Villa Coapa, a Sud di Città del Messico, fosse uno degli edifici tra i primi a crollare. In verità è andata giù tutta la struttura frontale, il che ha permesso a 11 tra alunni e maestri di salvarsi mentre stavano evacuando l'edificio. Ma in moltissimi non ce l'hanno fatta ad uscire. Una trentina le vittime tra cui almeno 21 bambini.
La speranza, però, come già accaduto in passato in altri disastri come questo, è tornata a illuminare i visi dei soccorritori che da più di due giorni scavano senza sosta in cerca di segni di vita. E il tanto atteso segnale è arrivato. Con l'aiuto di sensori termici, infatti, si è arrivati a questa ragazzina di 12 anni, il cui nome subito è stato quello di Frida Sofia anche se non si è certi della sua identità visto che al momento fuori nessun genitore accorso ha reclamato una bambina con questo nome. Ma se sia una fantasia di una ragazzina in stato di choc o peggio ancora una bambina che ha perso i genitori nel sisma è un dettaglio che per gli infaticabili soccorritori è passato in secondo piano. «Bisogna salvare la sua vita» hanno ripetuto in continuazione come un mantra facendo proprie le parole del presidente Enrique Peña Nieto che, in un messaggio alla nazione, ieri ha dichiarato senza mezzi termini «siamo una sola cosa quando si tratta di salvare vite umane».
Secondo una prima ricostruzione la ragazzina, la cui aula era al quarto piano, si sarebbe salvata perché protetta da un pesantissimo tavolo in granito che si trovava nella cucina della direttrice della scuola. Un tavolo che si è trasformato in un miracolo visto che non è stato schiacciato dalle macerie. I soccorritori sono riusciti a parlarle. Frida Sofia ha risposto loro di non riuscire a muoversi e che vicino a lei ci sarebbero ragazzini ancora in vita anche loro incastrati. Due insieme a lei mentre altri due sono stati localizzati sempre in vita ma poco più avanti. Purtroppo la ragazzina ha parlato anche di bambini morti intorno, cosa che è stata poi confermata dai sensori.
Tutti i media messicani si sono precipitati sul luogo con dirette fiume nonostante i soccorsi ad un certo punto siano stati interrotti a causa di un'altra scossa di terremoto localizzata nell'istmo di Tehuantepec, a 646 km dalla capitale.
Una volta ripresi il timore rimane quello di ulteriori crolli dell'edificio. Ma in questa lotta contro il tempo prosegue senza sosta il lavoro dei soccorritori secondo i quali il varco che si sono faticosamente aperti è quello decisivo per recuperare Frida e i suoi compagni.
Sono una cinquantina finora le vittime di questo terremoto recuperate dai soccorritori come dichiarato dallo stesso presidente Nieto e oltre 1.900 i feriti. Un bilancio pesante anche se lontano dalla catastrofe del 1985 quando per un sisma simile morirono 10mila persone. Sempre Nieto ha ringraziato i Paesi che hanno messo a disposizione équipe specializzate di soccorsi e macchinari ad hoc.
Si tratta di Spagna, Israele, Stati Uniti e Giappone che invierà 72 soccorritori, 4 cani specializzati e una serie di strumenti estremamente sofisticati.E proprio nella scuola di Frida Sofia, dove nelle ultime ore è stato trovato un altro cadavere, quello di una maestra, i soccorritori hanno chiesto alla Marina militare dei saldatori per poter farsi largo.
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