Cinzia Meoni
Intesa Sanpaolo chiude il primo semestre con utili per 1,7 miliardi, in calo del 14,8% rispetto al 2015 ma superiori alle attese degli analisti, e conferma l'obiettivo di distribuire 3 miliardi di dividendi. Ma tutto questo non basta a frenare la caduta del titolo in Borsa, dove chiude in discesa del 3,7% a 1,8 euro.
«C'è una percezione errata dell'Italia», ribatte l'amministratore delegato Carlo Messina nel corso di una conferenza telefonica con la comunità finanziaria. Il capo azienda di Intesa parla poi apertamente di una speculazione che «si muove e cerca di individuare tutti gli aspetti negativi per vendere». Una speculazione di cui «si deve solo aspettare la fine». In realtà l'Italia, sottolinea Messina, è «un Paese molto solido, con risparmi elevati da parte delle famiglie italiane e una forte ripresa delle imprese». Il banchiere manda quindi un messaggio rassicurante a Roma: «Il governo sta facendo bene», ma sul fronte dei salvataggi di Stato ha le idee chiare: «Non vorrei che quella di Atlante (il fondo alimentato principalmente da banche, fondazioni e Cdp) si trasformasse nella saga di Rambo, con Rambo I, Rambo II. Abbiamo uno strumento, che cambia le regole del gioco, con cui siamo stati in grado di togliere dal tavolo la situazione di Popolare Vicenza, Veneto Banca e Monte Paschi. Ci potrebbero essere altre necessità, ma alla fine credo che la situazione dei crediti deteriorati sarà risolta anche dalla ripresa del mercato immobiliare».
Quanto ai conti nel secondo trimestre dell'anno, Intesa ha registrato un utile netto di 901 milioni, in aumento rispetto agli 806 milioni del primo trimestre e ben oltre i 703 milioni previsti dagli analisti. In miglioramento a giugno anche l'efficienza operativa, con il rapporto cost/income in calo al 48,7% rispetto al 48,8% dello scorso anno. «Ci collochiamo ai vertici europei anche in termini di redditività, grazie all'importante contributo di tutte le divisioni della banca» commenta Messina, sottolineando il concorso del gestito e del wealth management ai risultati del gruppo. L'indice di patrimonializzazione, il common equity ratio, è al 12,9%. La banca ha poi confermato una previsione di utile netto in crescita sull'anno, un monte dividendi 3 di miliardi sull'esercizio in corso e di 4 miliardi sul prossimo.
Per quanto riguarda invece il nervo scoperto dei crediti deteriorati, Intesa Sanpaolo festeggia il terzo trimestre consecutivo «con lo stock in calo, con flussi sui livelli più bassi dal 2007».
Il gruppo guidato da Messina ha chiuso il periodo con 32,35 miliardi di crediti incagliati, in diminuzione del 2,2% rispetto allo scorso dicembre. Intesa infine si conferma tra i principali azionisti di Bankitalia con il 30,5% del capitale, nonostante il fatto che per fine anno saranno sterilizzati i diritti economici sulle quote eccedenti il 3 per cento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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