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La metamorfosi dei sovranisti per prendersi l'Ue

La galassia sovranista europea si prepara a una nuova stagione politica che si aprirà con le presidenziali francesi del 2022 a cui seguiranno le elezioni politiche in Italia che potrebbero avvenire prima del 2023

La metamorfosi dei sovranisti per prendersi l'Ue

Il cantiere sovranista è al lavoro in tutta Europa per completare la svolta governista necessaria ai principali partiti di quest'area per trasformare l'elevato consenso elettorale ottenuto negli ultimi anni in uno strumento per governare nei rispettivi Paesi riuscendo così a incidere nelle scelte politiche.

Ci sono alcuni elementi che accomunano i programmi delle forze sovraniste in Europa con l'obiettivo di offrire all'elettorato e all'opinione pubblica un'immagine credibile e rassicurante intercettando un elettorato che, fino ad oggi, ha preferito orientare il proprio voto ad altre aree politiche.

Per compiere questa svolta è necessario un cambio di passo nella forma e nella sostanza (nel modo di comunicare e in alcune posizioni) che si rende necessario a causa della pandemia che ha determinato un nuovo scenario. Tale evoluzione avviene nell'utilizzo di toni più pacati (abbandonando alcune modalità di comunicazioni talvolta vicine al populismo) e in una comunicazione più istituzionale. I leader sovranisti hanno compreso che utilizzare toni eccessivamente alti sui temi sanitari, in un momento in cui molte persone hanno perso i loro cari o sono state toccate direttamente dal virus, non era una scelta giusta. Diverso è il caso dell'ambito socio-economico in cui l'esasperazione dei cittadini, in particolare dei ceti produttivi, richiede prese di posizione forti.

Ma c'è un altro elemento diventato centrale per i partiti sovranisti europei ed è il concetto di libertà. In un momento storico in cui la pandemia ha limitato le libertà individuali sancite dalle nostre costituzioni, in cui la libertà di lavorare è messa in discussione dai continui lockdown, in cui la libertà di espressione e di manifestazione è anch'essa colpita tra censure e divieti, sono le principali forze sovraniste a porre politicamente enfasi su questi temi.

Se nella dialettica politica sovranista è entrato in modo preponderante il concetto di libertà, un tema non più all'ordine del giorno è invece l'uscita dall'euro e dall'Unione europea. I principali partiti sovranisti europei concordano sulla necessità di rivedere l'attuale assetto dell'Ue, il concetto di "Europa delle nazioni" o di "Europa dei popoli" è antitetico a chi propone gli "Stati Uniti d'Europa". D'altro canto la pandemia ha dimostrato la centralità degli stati nazionali e il fallimento delle entità sovranazionali nell'affrontare le emergenze, il caso vaccini è in tal senso emblematico.

L'abbandono di una visione a favore dell'uscita dall'Unione europea nasce dalla consapevolezza che le economie comunitarie sono troppo legate al sostegno della Bce, in particolare per i debiti pubblici che, specie con il covid, hanno subito una crescita esponenziale. C'è inoltre il tema dell'euro: la Brexit è avvenuta poiché la moneta della Gran Bretagna era la sterlina perciò non direttamente legata alla valuta unica. I principali partiti sovranisti si sono resi conto che, continuare a insistere sul ritorno alle precedenti valute nazionali, anche da un punto di vista politico, non premia e allontana un elettorato da cui non si può prescindere per governare.

Il leit motiv è scardinare il cordone sanitario che si è creato attorno ai sovranisti. In Italia la Lega ha scelto di aderire al governo Draghi anche per dimostrare di essere un partito di governo e affidabile (anche se già governava le principali regioni italiane), mentre FdI ha abbracciato il conservatorismo con la sua secolare tradizione politico-culturale.

La svolta governista è in atto anche in Francia dove il Rassemblement National di Marine Le Pen, in vista delle presidenziali del prossimo anno, ha rivoluzionato la propria agenda politica e, come scrive Tino Oldani su Italia Oggi: "Ha detto addio alla Frexit, ovvero no all'uscita dall'Unione europea, e no al ritorno al franco francese, fino a pochi mesi fa punti cardine del suo programma euroscettico".

Altro argomento sempre più centrale per la Le Pen sono i temi ambientali con l'obiettivo di offrire un'alternativa all'ambientalismo di matrice liberal di Macron a partire da un referendum popolare basato su misure ambientali diverse rispetto a quelle previste da un disegno di legge costituzionale proposto dal Presidente francese.

La svolta dei partiti sovranisti in Europa non è solo politica ma anche culturale, molti dei principali leader hanno compreso la necessità di dotarsi di think tank, fondazioni e luoghi di elaborazione culturale che possano offrire un maggior approfondimento al dibattito quotidiano basato su una comunicazione immediata in particolare sui social network. In Spagna Vox ha lanciato la fondazione Disenso, mentre i Democratici Svedesi il think tank Oikos.

La galassia sovranista europea si prepara a una nuova stagione politica che si aprirà con le presidenziali francesi del 2022 a cui seguiranno le elezioni politiche in Italia che potrebbero avvenire prima del 2023.

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