Il metodo Berlusconi: supersondaggio per le liste

Il Cavaliere vuole una rilevazione nazionale per dividere le candidature con gli alleati. Salvini: il premier lo farò io

Il metodo Berlusconi: supersondaggio per le liste

Un grande sondaggio nazionale, basato su criteri il più possibile scientifici, per stabilire i rapporti di forza tra i partiti del centrodestra e sedare le polemiche sulla leadership che anche ieri Matteo Salvini è tornato ad attizzare. Una rilevazione fissata per metà gennaio che rappresenterà il passaggio fondamentale per compilare le liste dei candidati secondo criteri il più possibile equi. Ma anche un modo per sondare gli umori dell'elettorato con uno studio capillare collegio per collegio (anche se l'idea di «sondare» 232 collegi uninominali alla Camera e 109 al Senato appare un'operazione decisamente complessa).

Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia iniziano a ragionare su come assegnare i candidati in vista del voto di marzo. Una discussione delicata visto che se sulla scelta del candidato presidente si potrà decidere a urne chiuse in base ai voti presi da ciascun partito della coalizione, sui collegi bisognerà affidarsi alle indicazioni dei sondaggisti. Di certo si procederà a una prima classificazione basata sullo storico dei risultati sulle aree territorialmente assimilabili. Inoltre i collegi verranno divisi in: 1) sicuri 2) probabili 3) in bilico 4) quasi persi. È chiaro che nella complessa spartizione due collegi «probabili» varranno uno «sicuro» e così via. Il «problema» dei cavalli di ritorno, ovvero di coloro che sono transitati in altre formazioni politiche verrà risolto con la quarta gamba, visto che Berlusconi ha chiuso rispetto a una ipotesi di riapertura delle liste azzurre. Un modo per tranquillizzare il partito e chi - come Simone Furlan - aveva invitato a «fare attenzione ai tanti approfittatori, traditori, millantatori che sono tornati, pronti a ritradirla il giorno dopo le elezioni. Chi è Giuda, è Giuda per sempre».

Il vero nodo appare al momento il «patto» da stringere con Salvini, ieri tornato a punzecchiare Forza Italia. «Io posso fare il premier, Berlusconi in questo momento no. Con Berlusconi ci vedremo prima di Natale sicuramente per gli auguri, poi se riusciremo anche ad entrare nel merito del programma tanto di guadagnato. Ritengo corretto soprattutto per gli italiani che votano il centrodestra sapere prima cosa andremo a fare dopo. Non faccio il capriccioso: credo in una coalizione che deve governare 10 anni, perciò preferisco fare venire fuori i problemi prima e non cominciare ad affrontarli dopo». Da qui la richiesta «che si faccia un patto prima e che chi ha governato con la sinistra stia fuori. Si deve scegliere tra la Lega e la pattuglia dei riciclati. Il prossimo governo deve avere la forza e la voglia di ridiscutere tutti i vincoli europei e questo dovrà essere scritto nel patto».

Berlusconi intanto come ogni domenica continua a postare su facebook un consiglio o una frase motivazionale in modo da mettere in luce la sua esperienza e saggezza contrapposta all'inesperienza e inconsistenza dei suoi avversari (Luigi Di Maio in particolare). Il presidente di Forza Italia, inoltre, sta studiando in queste ore misure sul tema della sanità e delle pari opportunità. Mercoledì, invece, si dovrebbe riunire il tavolo delle Regionali. Resta intricato il nodo della Regione Lazio, anche se l'intenzione di massima sarebbe quella di svelare il candidato entro Natale.

I nomi sono quelli di Maurizio Gasparri, Gennaro Sangiuliano e Paolo Liguori, ma non si escludono sorprese. Sergio Pirozzi, intanto, insiste e domani presenterà il proprio comitato elettorale insieme a una lista composta da sindaci del Lazio.

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