Gente ammassata sulle scale mobili e in metrò. E replica delle proteste dei passeggeri sui social che avvisano (come il giorno prima) che con loro «viaggia anche il virus». Anche ieri il messaggio che invitava a mantenere il metro di distanza tra le persone a bordo nell'ora di punta del mattino, tra le sei e le sette, sembrava una candid camera. Lunedì sera, dopo il primo giorno con i mezzi pubblici ridotti del 40% e le proteste, il Comune era corso ai ripari annunciando un rinforzo del servizio fino al 75% di un normale giorno feriale e tornelli chiusi temporaneamente in caso di ressa. Così è stato ieri all'alba alla stazione di Sesto San Giovanni, capolinea appena fuori dal confine, per contingentare la folla dei pendolari. Da oggi Atm, la società che gestisce il servizio, anticiperà alle 5.40 la partenza dei treni per diluire ulteriormente Ma il direttore generale Arrigo Giana invita ancora «i passeggeri e gli altri soggetti coinvolti a collaborare». Tradotto: le persone non si accalchino sulle scale mobili ma usino pure le scale, si distribuiscano lungo tutti i vagoni e le aziende prevedano se possibile ingressi scaglionati al lavoro».
Il «fronte Milano resiste» ed è «importante che qui si resista alla diffusione del virus per il nostro bene e perché resistendo diamo tempo al servizio sanitario e agli ospedali di incrementare l'offerta dei posti letto e in particolare le terapie intensive» ribadisce il sindaco Beppe Sala. Con un appello in particolare ai ragazzi: «Capisco che libertà e socialità sono linfa per voi, vi stiamo chiedendo un sacrifico e diventerete grandi più in fretta con questa esperienza, ma siamo un'unica squadra». Un richiamo ribadito dal prefetto di Milano Renato Saccone: «Dobbiamo essere ancora più rigorosi e ridurre le presenze nei parchi. Ancora troppi che corrono, ancora troppe persone che interpretano in vario modo il loro diritto di passeggiare e di portare i cani a spasso. Non va bene. Dobbiamo essere ancora più rigorosi perché Milano è un baluardo, ha un tasso di contagio relativamente basso e va mantenuto così, altrimenti il rischio è che tutto il servizio sanitario regionale possa essere compromesso». Il dato delle denunce di quanti hanno trasgredito le regole anti contagio lunedì è rimasto ancora alto, 330 persone. I positivi al Coronavirus nella provincia sono 2.326 (343 in più rispetto al giorno prima), di cui 964 a Milano città.
Gli spostamenti delle persone in Lombardia durante l'emergenza «si sono ridotti troppo poco, meno del 60% rispetto al periodo immediatamente precedente» fa presente il vicepresidente della Regione Lombardia Fabrizio Sala mostrando la curva del monitoraggio realizzato in collaborazione con le compagnie telefoniche di rete mobile sugli spostamenti dei possessori di cellulare. «Il 40% si è mosso da casa percorrendo distanze superiori a 200-300 metri».
É vero, precisa l'assessore al Welfare Giulio Gallera, «che alcuni si spostano per lavoro ma questa battaglia la vinciamo solo se restiamo a casa». Il «Grande fratello» sul virus proseguirà. E scatterà l'isolamento e la sorveglianza attiva i anche per chi ha solo tosse o influenza.
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