Ha continuato fino all'ultimo a difendere il fidanzato che - dopo che lei lo aveva lasciato - aveva cercato di ucciderla, lanciandole una bottiglia di benzina addosso e poi dandole fuoco. E ora il giudice che ha condannato lui, Alessio Mantineo, a 12 anni di carcere, due anni in più di quanto richiesto dal pm, condanna anche il comportamento inspiegabile di lei, Ylenia Bonavera, la messinese di 22 anni che nella notte tra il 7 e l'8 gennaio 2017 fu gravemente ustionata in seguito a quell'aggressione. Lei che aveva sempre cercato di coprire il fidanzato, dicendosi certa che non fosse stato lui.
Secondo il magistrato «a fronte di donne uccise come in una carneficina e di donne che lottano per una reale emancipazione, si trovano casi in cui violenza e sadismo vengono apprezzati, per cui essere data a fuoco può essere una prova d'amore moderna». Per la giudice «avrebbe bisogno di un recupero».
Una difesa puerile e anche inspiegabile, una correzione di rotta dopo che, nelle ore immediatamente successive all'aggressione la donna aveva chiaramente incolpato Mantineo, l'uomo che secondo il giudice «senza dubbi avrebbe voluto ucciderla» e con il quale lei invece adesso sostiene di voler tornare a vivere. «Non sono una sbirra», una delle spiegazioni di Ylenia al cambio di versione.
La ragazza aveva riportato ustioni di secondo e terzo grado su gambe, fianchi e caviglie ed era stata ricoverata per diversi giorni nel reparto di chirurgia plastica del Policlinico. Di «sentenza giusta» parla invece la di lei madre, Anna Giorgio, che comunque è felice che la figlia sia ancora viva.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.