"Mi togli quella multa?". Il fedelissimo del M5s inguaia la Appendino

Si dimette il braccio destro della sindaca di Torino, scoperto a raccomandare un amico

"Mi togli quella multa?". Il fedelissimo del M5s inguaia la Appendino

La banda degli onesti M5s colpisce ancora. Con un numero da commedia all'italiana, cade nel ridicolo anche la sindaca torinese Chiara Appendino, che finora era stata solo indagata per falso in atto pubblico, il minimo sindacale per le giunte grilline. Dall'«onestà diventerà di moda» alle spintarelle nello stile del Vigile di Alberto Sordi. Protagonista non è un oscuro funzionario comunale ma l'eminenza grigia della giunta torinese, il «Richelieu» della Appendino, l'artefice della scalata grillina alla Mole, ovvero Paolo Giordana, capo di gabinetto della prima cittadina. O meglio, ex capo di gabinetto, perché Giordana si è dovuto dimettere all'istante dopo essere stato beccato con le mani nella marmellata.

Per sua sfortuna, il braccio destro della sindaca è finito intercettato nell'inchiesta sul buco milionareo della Gtt, l'azienda municipale dei trasporti, ed è venuta fuori la telefonata da lui fatta all'amministratore delegato Walter Ceresa per far togliere la multa ad un suo amico, come nella peggiore tradizione della politica italiana, alla faccia del rinnovamento. «Senti, io ti chiamavo per una cosa prosaica: c'è stato un increscioso, come dire, evento - dice Giordana al telefono con l'ad di Gtt - Un mio amico, era sul pullman che stava per timbrare il biglietto e il controllore l'ha fermato dicendogli no guardi lo doveva timbrare 5 minuti fa, 1 minuto fa, 30 secondi fa. Adesso le devo fare la multa eh eh eh come dire, non non è tanto carina come cosa. Ehm Cosa possiamo fare?». E Ceresa si mette subito a disposizione per fare annullare la multa all'amico del potente Giordana, e comunica la soluzione del problema in una successiva telefonata, anche questa agli atti: «Paolo, tutto a posto quella cosa che mi hai detto». Un favore al braccio destro del sindaco non si rifiuta mai, figuriamoci.

Uscita l'intercettazione, e dopo un rapido consulto con la Appendino, il capo di gabinetto ha deciso per le dimissioni immediate. «Accetto le dimissioni di Paolo Giordana, sono umanamente dispiaciuta per la persona, lo ringrazio di aver messo al primo posto l'interesse della Città» scrive pochi minuti dopo la sindaca. Che tra l'altro, ha aumentato i costi dei parcheggi pubblici a Torino e dato un'accelerata alle multe stradali per fare cassa, tanto da doversi difendere con un video i cui spiegava: «Non smetterò mai di dire e di ribadire che se qualcuno si becca una multa è perché ha fatto qualcosa che danneggia la collettività». Salvo poi farsela levare dall'amico Giordana. Una brutta giornata per lui ieri, dopo la clamorosa figuraccia è dovuto pure andare dai pm per essere sentito, in qualità di indagato per falso ideologico, in un'altra inchiesta. La domanda adesso è come farà la Appendino, a totale digiuno di amministrazione, senza la figura a cui ha delegato la gestione della macchina comunale. «Saranno sufficienti i servigi decisamente grossolani - si chiede Lo Spiffero -, del pitbull di Palazzo civico, Luca Pasquaretta, ruspante addetto stampa trasformatosi in guardia del corpo?».

Il M5s fa finta di niente, tratta Giordana come un corpo estraneo (non è un militante grillino) malsopportato dal quartier generale M5s, ma sempre difeso dalla Appendino: «Le dimissioni di Giordana? Si commentano da sole» si limita dire Di Maio.

Ma l'incidente colpisce al cuore la gestione Appendino, già indebolita dalla vicenda della finale di Champions in piazza, (un morto, 1500 feriti), e dalle indagini giudiziarie. Si aggiunge alla serie incredibile di insuccessi del M5s di governo, che rende ancora più incredibili i sondaggi sul gradimento del M5s, a quanto pare ancora intatto.

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