Dal nostro inviato a Torino
Una verità scomoda attraversa Torino, città magica e contraddittoria, sospesa tra luci e ombre. La rettrice dell'Università, Cristina Prandi, pronuncia ciò che molti pensano e pochi ammettono. "Oggi non manderei mia figlia a vivere in Barriera di Milano", afferma. E aggiunge: "Ho anche sconsigliato ad amici di farlo con i loro figli". Parole che pesano perché arrivano in una città che spesso evita di guardarsi davvero. Barriera di Milano porta addosso una storia complessa. Non è solo periferia, è una frontiera sociale. Negli ultimi mesi ha visto l'arresto del cosiddetto "re dei maranza" nascosto in una cantina. Ha visto risse, aggressioni, microcriminalità che insiste. Una quotidianità difficile che i residenti conoscono bene. E mentre le periferie tengono il conto delle loro ferite, il centro mostra una tensione diversa. Torino ha rivelato un nervo scoperto quando un gruppo di manifestanti pro-Palestina ha preso di mira la redazione de La Stampa, forzando un ingresso e imbrattando l'atrio. Un gesto violento contro un giornale, segno di una radicalizzazione che non si ferma alle parole. In questo clima, l'affermazione della rettrice diventa una miccia. La prima a replicare è Teresa Vercillo, ventiquattro anni, studentessa e segretaria del circolo Pd di Barriera. "Invece che puntare il dito, collabori con il territorio", dice. Poi arriva Igor Piotto, sempre del Pd. Per lui quella frase rischia di sostenere "una visione ghettizzante". La Cgil Torino parla di dichiarazioni inopportune. Dal governo si schiera invece con la rettrice il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo. "La capisco perfettamente", afferma, legittimando la sua preoccupazione. A questa linea si unisce anche Ludovico Seppilli, di Forza Italia, che non usa giri di parole: "La Rettrice di Torino Prandi fotografa, con una posizione di semplice intelligenza, un problema sotto gli occhi di tutti". E ancora: "Chi oggi critica o finge di non capire la Professoressa Prandi lo fa dal caldo della Crocetta e della pre collina". Sul fronte parlamentare interviene Augusta Montaruli, deputata di Fratelli d'Italia. "Ma lei ha detto in modo sbagliato un sentimento comune. È innegabile che c'è una certa paura ad andare a vivere a Barriera perché è davvero una zona pericolosa e disagiata. Non possiamo però rassegnarci che continui ad essere sempre così: non ci sottrarremo a questo". Prandi resta ferma sulla sostanza. "La mia è un'osservazione basata sui fatti. Credo che Barriera possa essere valorizzata, ma per farlo bisogna riconoscere i problemi". È un invito a riportare la discussione sulla realtà, non sulle impressioni.
Torino vive da sempre dei suoi contrasti, tra magia e disincanto, tra strade che chiedono sicurezza e comunità che cercano riscatto. Barriera di Milano è una delle sue immagini più sincere. E ciò che mostra non si può più ignorare.