"La mia filiera green e senza confini"

Il produttore di Gran Moravia spiega perché ha rinunciato al Dop

"La mia filiera green e senza confini"

Roberto Brazzale guida la più antica impresa familiare italiana del settore caseario, nata nel 1700, pionieri del grana Veneto e fondatori del Consorzio Grana Padano.

Perché avete deciso di realizzare la prima filiera sostenibile oltre confine?

«Abbiamo rivoluzionato la nostra produzione, già 20 anni fa, per essere all'avanguardia ecologica: il consumatore non cerca più solo bontà e convenienza, vuole anche che si rispetti l'ambiente. I confini non contano: conta fare le cose dove riescono meglio. Così Gran Moravia, il nostro formaggio unico al mondo, nasce nella Repubblica ceca, dove il clima è ideale per la produzione del latte e la zootecnia è di altissimo livello. Stagionatura, confezionamento e logistica, invece, si fanno in Italia, che nel saper fare non ha rivali».

Che vantaggi offre la filiera ecosostenibile in Moravia?

«Garantiamo il benessere del bestiame e la salubrità del formaggio, privo di aflatossine: per ogni capo ci sono almeno 4,5 ettari di terreno e i foraggi sono fatti nell'azienda agricola. Siamo certificati Iso. Grazie all'etichetta multimediale permettiamo al consumatore di trovare le fattorie sulla mappa Google e tracciare ogni passaggio della produzione. Inoltre, siamo il primo gruppo al mondo Carbon Neutral: 1,5 milioni di alberi piantati sui nostri terreni compensano le emissioni».

Non le dispiace aver rinunciato al made in Italy?

«Sfatiamo un mito: il made in Italy in senso assoluto non esiste. L'Università Cà Foscari ha verificato l'italianità di una confezione di un grana DOP e di una di Gran Moravia: 65% nel primo e 45% nel secondo. È puro marketing, buono per alcuni produttori ma deleterio per consumatori e lavoratori. Fossilizzarsi sulla provenienza geografica della materia prima, oltre a poter essere ingannevole perché la materia prima è realizzata con fattori produttivi stranieri, si traduce nella rinuncia a un potenziale di crescita per il nostro Paese. L'Italia ha poco territorio agricolo ma illimitata capacità di trasformazione, oggi sottoutilizzata visto che nel mondo l'italian sounding vale 100 miliardi. È domanda di prodotti italiani soddisfatta da altri per mancanza di materia prima. Per questo siamo andati in Repubblica Ceca e grazie a ciò in Italia abbiamo più che raddoppiato i lavoratori nelle nostre aziende, con salari e professionalità più elevata di prima, perché da operai sono diventati impiegati e tecnici. Non solo, in Repubblica Ceca promuoviamo tantissimi prodotti italiani, nei negozi Formaggeria Gran Moravia, che contano un milione e mezzo di clienti all'anno. Ad oggi, abbiamo già superato i risultati del 2019».

L'emergenza Covid è alle spalle?

«All'inizio i problemi sono stati molto seri: tutto ha chiuso contemporaneamente. Adesso siamo ritornati quasi alla normalità».

Pensa di aver creato un modello replicabile da altri?

«Da chiunque. Abbiamo realizzato una rivoluzione liberale: non abbiamo voluto rimanere compressi nel sistema istituzionalizzato delle DOP, che protegge i produttori ma mortifica lo spirito imprenditoriale per la sua rigidità.

Così possiamo sperimentare le soluzioni migliori per il consumatore. I risultati parlano chiaro: sei insediamenti produttivi nel mondo, oltre 730 dipendenti, 220 milioni di fatturato nel 2019, di cui oltre un terzo esportato dall'Italia in più di 54 Paesi».

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