"La mia Milano sarà più sicura. Meno tasse e burocrazia"

Il candidato del centrodestra: "Energia positiva attorno a noi. Rimetteremo in moto gli investimenti ora fermi"

"La mia Milano sarà più sicura. Meno tasse e burocrazia"

Milano - Stefano Parisi, candidato del centrodestra, sembra molto sicuro. Domani lo vince lei il ballottaggio contro Giuseppe Sala?

«Sono molto contento. Il mio avversario era super conosciuto dopo una lunga campagna sull'onda di Expo e dei miliardi investiti. Il nostro consenso, così ampio, ci fa dire che abbiamo fatto un bel lavoro. Se riusciremo ad aumentarlo sarà fantastico. Io sento energia positiva intorno a noi».

A proposito, l'abbiamo vista nei video sulla chiusura della campagna. Sembra allenato, balla spesso?

«No, sono imbranato. Ma è stata una bella festa con 3mila persone e ragazzi di tutti i partiti. La chiusura di un grande lavoro. E abbiamo festeggiato perché abbiamo già vinto».

L'ultimo confronto tv non è stato un faccia a faccia.

«No, Sala non l'ha voluto nella formula normale. Ha chiesto di essere accompagnato dai suoi assessori. Io non ho accettato: i milanesi devono giudicare i due sindaci, non i sindaci con due badanti».

Vip di sinistra si espongono come testimonial di Sala.

«La solita sinistra radical chic che firma gli appelli. Meglio avere il sostegno della gente».

La sinistra sta sparando tutte le cartucce. Emma Bonino e l'ex pm Colombo, Rizzo (Prc) che vota Sala. Colpi a effetto o spostano voti?

«No, no. A sinistra hanno molto serrato le fila. Anche la sinistra anti-renziana, che non avrebbe voluto, ora che Sala ha detto che non è renziano... Si stanno ricompattando. E Renzi ha sospeso tutto. Ma hanno fatto di peggio, spaventando i moderati dicendo che ero Hitler, che torna la destra, che Salvini farà l'assessore. C'è stato uno spostamento violento a sinistra».

Ma qualche renziano è a disagio. Non sarà lei il più renziano fra i due candidati?

«No, assolutamente no. Ma tanti moderati che guardavano a Sala oggi guardano a me. E anche un pezzo di sinistra lo fa. Mi lasciano spazio al centro e nella sinistra riformista. Hanno anche irritato la sinistra garantista. Sala ha sicuramente perso consensi. Tante persone che hanno votato lui il 5, oggi voteranno per me».

Lei si sente berlusconiano?

«Ci sono varie anime nel centrodestra. L'anima più moderate è di certo quella che fa riferimento a Berlusconi. Io mi sento una sintesi. Tutti mi hanno sostenuto con onestà e lealtà. Io sono molto libero e sono grato a tutti per questo».

Sperava che la sua lista civica prendesse più voti?

«Io ho voluto evitare il rafforzamento della lista civica con lo svuotamento dei partiti. Ho messo il mio nome grande e grosso sui simboli di tutti».

A sinistra un sindaco meno strutturato politicamente rischia di non essere l'uomo forte in Comune?

«Sicuramente. Sala fa le primarie e non prende il 50% pur essendo portato da Renzi. Dice di essere stato scelto da 60mila milanesi ma sono 20mila. È molto condizionato da Majorino che è molto aggressivo e radicale, pensiamo alle moschee. L'accordo vero viene dalle primarie: se Majorino avesse voluto poteva ritirarsi e sarebbe finita diversamente».

A proposito di islam, Sala ha promosso la candidata del Pd che è dirigente del discusso coordinamento dei centri islamici.

«Penso che sia ancora più grave la superficialità con cui tratta la vicenda moschea, dicendo che con me campa cavallo. Se vince, Sala ha questa consigliera, il marito è contro Israele, la madre inneggia alla jihad. Sala è stato almeno gravemente superficiale, facilone. Questo preoccupa anche parte del mondo musulmano. E il terrorismo è il problema numero uno in Europa. Con Sala sindaco Milano sarebbe più fragile».

Prime delibere se vince lei?

«Sicurezza, fondamentale. E sburocratizzazione. Con Pisapia era impossibile anche ristrutturare una veranda».

La gente andrà a votare?

«L'astensione l'ha voluta Renzi e dispiace. Io spero che votino più che al primo turno. Non è mai successo ma c'è una certa effervescenza. Sento tanti che vogliono votare ora. Sono ottimista».

Se vince lei diventa un leader politico nazionale?

«Se vinco, vinco a Milano e faccio il leader milanese, il sindaco per 5 anni. Per il centrodestra il processo è lungo e diverso».

Come vede la sua Milano?

«Sicura, pulita. Con più opportunità per tutti, meno burocrazia e meno tasse».

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