Cultura e Spettacoli

"La mia moda ha la M maiuscola Come Missoni e Margherita.."

Debutta oggi come direttore creativo della linea giovane

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Gli scienziati sostengono che il DNA non è un'opinione. Margherita Missoni Maccapani è la prova vivente di tutto ciò. Figlia di Angela Missoni (direttore creativo del brand fondato 66 anni fa dai suoi genitori) e di Marco Maccapani (direttore artistico di sfilate ed eventi come il Carnevale di Venezia), la «ragazza» ha un senso estetico sviluppato all'ennesima potenza oltre ad avere un occhio fuori dal comune sul business. Sposata da 7 anni, ha 36 anni e due figli (Otto e Augusto) e oggi debutta ufficialmente come direttore creativo di M la linea giovane e più accessibile dello storico marchio lombardo. In questa intervista esclusiva la storia dell'ingresso della terza generazione nel meglio del made in Italy.

Come mai entri solo adesso in azienda?

«In realtà lavoro da tantissimi anni per Missoni. Ho cominciato come ambasciatrice del brand, un ruolo che mi ha offerto l'indipendenza economica con cui ho potuto inseguire il sogno della recitazione. Guardando indietro capisco che era piuttosto il bisogno di trovare la mia identità fuori da questo gomitolo inestricabile di famiglia-azienda-casa-lavoro. Comunque sia ho vissuto in America 5 anni, quindi a Parigi e infine a Roma per fare l'attrice. Quando sono stata più a mio agio con me stessa e con i miei confini rispetto alla famiglia, ho finalmente ammesso che quel che volevo fare era una cosa che mi viene spontanea: la moda».

E allora?

«L'ho detto a mia madre che mi ha subito aperto la porta del team creativo offrendomi prima Missoni Mare (i costumi da bagno prediletti da Anna Wintour, ndr), quindi gli accessori e infine M Missoni. In pratica ero una delle sue assistente. Sono stati anni importanti per la mia formazione, ma anche difficili per la scomparsa prima dello zio Vittorio e poi del nonno. Così al secondo bambino ho deciso di mollare il colpo ma nel frattempo mi sono arrivate tante proposte di collaborazione con altri brand. Mi sono organizzata per lavorare da casa, in conference call o via Skype, con due amiche che mi aiutavano. Il bello è che lavoravo meno e guadagnavo di più oltre a essere fuori dalle dinamiche familiari».

Sono così pesanti?

«Non direi soprattutto perché per me la famiglia è un valore assoluto. Ma così facendo ho lavorato con tanti team diversi su prodotti diversi accumulando tanta esperienza. Nel frattempo FSI (Fondo Strategico d'Investimento, ndr) ha investito su Missoni per cui all'improvviso abbiamo trovato un partner che ci portato expertise industriale di cui avevamo un gran bisogno e nel nostro board per la prima volta siede qualcuno che non è della famiglia».

Chi è e cosa fa?

«Michele Norsa, il supermanager che ha portato Ferragamo alla quotazione in Borsa e che vent'anni fa in Marzotto si occupava di Valentino e M Missoni. Insomma con mio grande orgoglio a richiamarmi è stato il fondo, non la mamma. Intendiamoci: sicuramente lei è molto felice e magari l'avrebbe fatto anche prima. Ma così sono più felice io: non mi sento scelta per il mio cognome. Ma per quel che so fare».

Cosa vuoi e devi fare per M?

«Non ho un compito facile: devo dare un'identità a qualcosa che di fatto è una derivazione. M erainfatti la versione meno cara e meno creativa di Missoni. Questo ci ha rubato tanto mercato ma prima era una licenza, ora invece è nostra».

Per cui?

«Ho studiato la cosiddetta missonologia: articoli, immagini, reperti d'archivio. Ho capito tante cose su di noi. Missoni è stato il primo marchio al mondo a coniugare sport e moda. La praticità è stata uno dei nostri valori fondanti cui si aggiungono divertimento, leggerezza e colore. Ecco perché faremo tanti continuativi oltre ai flash: l'idea è riempire gli armadi di cose sfiziose. Per esempio utilizziamo tessuti recuperati nei nostri magazzini insieme con quelli nuovi così conteniamo i costi produttivi e intanto diamo qualcosa di unico che ha il valore della storia».

Ridare vita agli scarti è una cosa che le mamme facevano spesso in cucina...

«Ora lo fanno i grandi chef. Questa comunque non sarà mai una collezione da sfilata: non ho la pretesa d'inventare chissà cosa. È una moda a forma di M.

Come Margherita Missoni Maccapani Moglie e Mamma».

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