Il miglior cibo di Londra? Nel ristorante che non esiste

Finto locale iscritto su TripAdvisor con recensioni positive ha scalato le classifiche. Con prenotazioni fino al 2021

Il miglior cibo di Londra? Nel ristorante che non esiste

Internet nasce come tecnologia di guerra per ingannare il nemico e allora nulla di strano se la balla è insita nel suo Dna. Non deve stupire insomma che oggi l'80% degli studenti di Stanford fonte una recente ricerca della prestigiosa università californiana - non distingua più una notizia vera da una falsa, e neanche che ci s'inventi un finto ristorante per farlo diventare nel giro di due mesi addirittura il migliore di Londra, almeno secondo TripAdvisor. Tutt'altro che una bazzecola visto che questo noto sito di consigli turistici oggi è la 62esima compagnia innovativa più in crescita al mondo per Forbes, quotata al Nasdaq e capitalizzata 5,4 miliardi di euro.

Peccato solo che abbia dei «buchi» come dimostrato da un giovane giornalista free-lance inglese, Oobah Butler, che con un semplice smartphone, qualche foto artistica costruita col bricolage usando ad esempio per i dessert schiuma da barba al posto della panna montata - un sito Internet e molta fantasia si è inventato «The shed at Dulwich». Che in italiano vuol dire «il capanno» o, se preferite, «la stalla di Dulwich», ovvero il sobborgo londinese dove lui vive. Un nome strambo che forse avrebbe potuto mettere sul chi va là i potenziali clienti e chi verifica l'immissione dati su TripAdvisor, ma tant'è.

«Dopo avere scritto tante recensioni su quel sito per ristoratori londinesi che mi pagavano dieci sterline a pezzo anche se in realtà io non avevo mai messo piede nei loro locali, l'idea mi è venuta mentre ero in giardino, nel mio capanno, a pensare sulla prossima storia da scrivere», spiega lui stesso. «Nell'attuale contesto di disinformazione e con una società ormai disposta a credere qualsiasi cosa - mi sono chiesto - sarà mai possibile inventarsi un falso ristorante e dargli pure notorietà planetaria?». Detto fatto e dopo avere messo sul sito del finto ristorante il suo numero di casa e l'indirizzo del capanno sul retro del giardino, il primo di aprile 2017 - mica un caso Oobah lancia «The shed at Dulwich».

Il 5 maggio la sua richiesta di iscrizione a TripAdvisor viene incredibilmente accettata. All'inizio è appena 153esimo tra le nuove aperture londinesi, ovvero buon ultimo, ma non appena si attivano i tanti amici e parenti a cui Oobah aveva chiesto di fare recensioni virtuali - tutte elogiative e con cinque stelle, ovvero il massimo dei voti per il sito di consigli turistici in questione - l'inesistente «stalla di Dulwich» inizia un'inarrestabile scalata verso l'empireo gourmet britannico. A novembre il fake-restaurant sale sul podio e a inizio dicembre arriva la consacrazione: grazie alle recensioni farlocche la sua «stalla di periferia» è finalmente il «miglior ristorante di Londra», con centinaia di migliaia di pagine viste al giorno e richieste di prenotazioni da tutto il mondo.

Il povero Oobah non ce la fa più a reggere il gioco, gli arriva persino l'offerta di una società di produzione australiana per fare un film mentre a decine chef e professionisti della ristorazione di mezzo mondo lo contattano, per chiedergli consigli. Subissato di telefonate a cui lui risponde sempre con un indaffaratissimo «mi spiace non c'è posto sino al 2021», alla fine cede e la «bufala enogastronomica« è svelata senza che TripAdvisor s'accorga di nulla (anzi, lo aveva chiamato poco prima per avvertirlo che il suo «ristorante» era al top della gastronomia della City).

È il 6 dicembre quando Oobah si «autodenuncia» raccontando la sua storia su Vice, poco prima che comincino ad arrivare a casa sua orde di clienti, questi sì a differenza del suo ristorante gourmet, tutt'altro che virtuali.

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