Comuni in rivolta per l’arrivo di migranti e profughi. Da Nord a Sud gli amministratori locali sono pronti a fare le barricate. Luca Zaia, governatore leghista del Veneto, ieri ha detto basta: “Il punto di rottura è stato raggiunto: abbiamo dato con i 514mila stranieri regolari che il Veneto ha accolto negli anni e con questi 10.576 immigrati ospitati, due terzi dei quali in realtà sono finti profughi”.
La rivolta dei sindaci Pd
Come riporta La Stampa anche i sindaci del Pd non ce la fanno più. Il primo cittadino di Alessandria, Rita Rossa, dopo l’arrivo di 92 nuovi migranti, ha scritto al ministro Alfano per denunciare il fatto che “ci troviamo impossibilitati a gestire una situazione che è divenuta ingovernabile”. Anche Marco Invernizzi, sindaco di Magenta (Mi) alla guida di una giunta di centrosinistra, ha usato toni molto duri per l’emergenza immigrazione ma a far rumore sono soprattutto le parole di Piero Fassino. L’ex sindaco di Torino ha dichiarato: “Finora in Italia l’immigrazione è stata governata tutto sommato bene, ma in termini di numeri stiamo arrivando al superamento della soglia che è governabile. Se non lo vediamo per tempo, questo problema rischia di travolgerci”.
I numeri dei migranti in Italia
Il timore è che un aumento degli sbarchi e il blocco delle frontiere al Nord del Paese inneschi nuove tensioni sociali. Dopo lo scontro sul caso Regeni sono riprese le partenze di barconi dalle coste egiziane, e i profughi siriani, iracheni e afghani hanno ripreso a cercare una via di fuga via mare. Guardando i numeri l’Italia ha meno stranieri rispetto ad altri paesi (l’8,3% dei residenti, contro il 9,3 della Germania e il 9,6% della Spagna) e gli sbarchi sono ai livelli del 2015 (circa 79mila). I profughi gestiti dal sistema di accoglienza, sono 135.785 persone, mentre coloro che ricevono lo status di rifugiato nel 2015 sono stati 29.630 su 83.200 richiedenti.
4671px;">Il problema è che quei 53mila che non hanno diritto d’asilo non vengono rimpatriati e lo Sprar (il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) non funziona come dovrebbe. C’è, infatti, una sproporzione tra il numero dei migranti inseriti nel sistema Sprar e i rifugiati presenti nelle strutture temporanee e di prima accoglienza: 20.347 contro 113.622Il sistema Sprar
Secondo Gianfranco Schiavone, presidente del Consorzio italiano di Solidarietà di Trieste e uno degli inventori dello Sprar, il modello italiano di integrazione “in realtà non esiste”. “Non c’è programmazione né coordinamento - afferma - e così si arriva a una distribuzione delle persone in accoglienza del tutto ineguale: da una parte ce ne sono troppi rispetto alle possibilità, in altri posti praticamente non ce ne sono. Il risultato è il caos”. Allo Sprar, nato nel 2015, inoltre, aderiscono un numero insufficiente di Comuni (solo 800 hanno aderito volontariamente).
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