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Migranti, Conte cerca la pace ma i grillini si fanno la guerra

Palazzo Chigi smentisce divergenze con Di Maio. A sostenere il premier si muovono Fico e Di Battista

Migranti, Conte cerca la pace ma i grillini si fanno la guerra

«Sulla regolarizzazione degli immigrati c'è ancora un muro molto forte da parte di alcuni dei nostri», dice un deputato del M5s, testimone delle zuffe quotidiane tra i parlamentari grillini nelle chat whatsapp, ormai il termometro della febbre del Movimento. È metà mattinata e a Palazzo Chigi non hanno ancora afferrato la penna tra le mani per stendere una lunga nota che prova a sminuire le tensioni tra il presidente del consiglio Giuseppe Conte e il partito che lo ha voluto per due volte alla guida del governo. Si tratta di un comunicato che ha l'effetto opposto di quello che si era prefisso, e finisce per certificare l'esistenza di un fossato che separa il premier dal ministro degli Esteri ed ex capo politico dei Cinque Stelle Luigi Di Maio.

I contendenti si muovono entrambi su un sentiero molto stretto. Conte deve fare di tutto per non schiodarsi dalla poltrona più importante, Di Maio ha bisogno di visibilità e non può lasciare troppo campo libero alla fronda di Alessandro Di Battista sul fianco destro del M5s. Ma al tempo stesso non può dare alibi a chi lo accusa di voler disarcionare l'ex avvocato del popolo. La competizione tra i due si è vista plasticamente durante la passerella per accogliere Silvia Romano all'aeroporto di Ciampino. Ed è proprio sulla guerra fredda tra la Farnesina e Palazzo Chigi che si concentra la smentita diramata dallo staff del premier. Che bolla come «privi di fondamento tutti i retroscena su un presunto malumore di Conte nei confronti del M5s o quelli che raccontano di veleni e sospetti tra il presidente Conte e il ministro Di Maio».

Di Maio ha fiutato lo spazio mediatico sull'immigrazione e ci si è infilato dentro. Da giorni sguinzaglia i suoi luogotenenti in un crescendo di dichiarazioni destabilizzatrici. Proprio come aveva fatto all'inizio della trattativa sul Mes. E cerca di puntellare il consenso del M5s, premiato a scapito del Pd dall'ultimo sondaggio di Swg. Conte offre la sua versione ufficiale sul vertice di domenica sera. «Nella notte di domenica - si legge nella nota - le delegazioni delle forze di governo hanno raggiunto un accordo politico su vari temi». E ancora: «Tra questi temi è stato discusso anche quello della cosiddetta regolarizzazione dei migranti, su cui è stata raggiunta una sintesi politica». A stretto giro arriva la versione di Vito Crimi, reggente del M5s. «Nella riunione tenutasi domenica sera - puntualizza - avevo dato a nome del M5s la disponibilità a modificare i testi al fine di trovare una soluzione condivisa. Benché migliorati, i testi non hanno incontrato la mia approvazione». Il nodo per il M5s è la sanatoria dei reati penali e amministrativi per chi denuncia rapporti di lavoro irregolari. Conte parla di sintesi raggiunta, Crimi descrive una trattativa in alto mare. Lo stesso premier corregge il tiro qualche riga dopo: «Il M5s si sta legittimamente interrogando». Dal Pd Matteo Orfini parla di «posizione assurda» dei grillini. Il deputato stellato Giorgio Trizzino, vicino a Conte e in buoni rapporti col Quirinale, spiega: «Non possiamo far finta che 600mila irregolari non esistano. Bisogna riconoscerli».

Il pasdaran della linea «sovranista» è il sottosegretario all'Interno Carlo Sibilia. Che parla di «dibattito senza senso» e conclude: «Aiutiamo gli italiani». Toni che infastidiscono l'ala vicina a Fico, decisa a blindare Conte, che sta trovando alleati negli eletti che si sono avvicinati a Di Battista. Anche l'ex deputato preferisce la continuità per preparare con calma l'assalto alla leadership grillina.

E i suoi si sono astenuti dalla polemica sugli immigrati.

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