Migranti, Minniti: "Ho fermato gli sbarchi perché avevo previsto l'attacco di Traini"

Il ministro rivendica di essere intervenuto per la tenuta democratica del Paese: "Ho fatto capire qual è il confine tra democrazia e populismo". Poi attacca chi giustifica Traini: "Crea una frattura"

Migranti, Minniti: "Ho fermato gli sbarchi perché avevo previsto l'attacco di Traini"

"Traini, l'attentatore di Macerata, l'avevo visto all'orizzonte dieci mesi fa, quando poi abbiamo cambiato la politica dell'immigrazione". In un colloquio con Repubblica, il ministro dell'Interno, Marco Minniti, rivendica di aver alzato il livello di guardia prima ancora che esplodesse la rabbia. "Fermando gli sbarchi, costruendo la legalità e la sicurezza abbiamo fatto capire qual è il confine tra democrazia e populismo, che incatena i cittadini alle paure. E lo abbiamo fatto senza muri, senza filo spinato e senza evocare l'invasione".

A pochi giorni dalla sparatoria di Luca Traini, il 28enne che ha sparato a undici immigrati per vendicare la morte di Pamela Mastropietro, Minniti lega la sparatoria di Macerata alle politiche migratorie adottate dal Viminale nell'ultimo anno. Non solo dice di aver intravisto all'orizzonte l'attentato di sabato scorso. Ma addirittura spiega di aver fermato gli sbarchi dei clandestini sulle nostre coste proprio per evitare conflitti sociali come quello. Ad agosto, alla Festa dell'Unita a Pesaro, aveva raccontato che il cambio di passo era stato preso quando, nel giro di appena trentasei ore, erano arrivati 12.500 immigrati su venticinque navi diverse. "Davanti all'ondata migratoria e alle problematiche di gestione dei flussi avanzate dei sindaci - aveva detto - ho temuto che ci fosse un rischio per la tenuta democratica del Paese. Per questo dovevamo agire come abbiamo fatto non aspettando più gli altri Paesi europei".

Nell'intervista Minniti se la prende con chi, pur condannando l'attacco per le vie di Macerata, accusa la sinistra di aver "preparato" il terreno per l'assalto di Traini. "Chi sostiene una minima posizione giustificazionista sull'episodio crea una frattura democratica - replica Minniti a Repubblica - il punto cruciale della democrazia è il rispetto della legge". Un messaggio che, seppur senza fare nomi, sembra destinato ai partiti e ai movimenti di estrema destra. "È stata una rappresaglia con una matrice nazista e fascista", chiosa il titolare del Viminale rivendicando di aver portato avanti indagini su gruppi neo fascisti a Como, sul "Dora" di Varese e sul blitz con fumogeni alla sede di Repubblica. "Un provvedimento di scioglimento - avverte, tuttavia - dev'essere sostenibile dal punto di vista legale. E, per questo, si indaga".

Infine, ringrazia l'Anpi per aver rinviato la manifestazione di sabato accogliendo l'appello del sindaco di Macerata Romano Carancini. "Spero che facciano lo stesso le forze politiche. Se non succede - assicura il ministro - ci penserà il Viminale a vietarle".

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