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Migranti, Rackete pronta a tornare in mare: "Italia meno rigida ma non basta"

La Rackete: "Non mi interessa la politica, faccio l'ecologista". Ma poi attacca: "Sono pronta a tornare in mare per salvare altre persone"

Migranti, Rackete pronta a tornare in mare: "Italia meno rigida ma non basta"

La linea dura contro l'immigrazione clandestina portata avanti per quattordici mesi da Matteo Salvini è ormai acqua passata: i porti italiani sono nuovamente aperti e negli ultimi giorni gli sbarchi hanno ripreso in modo massiccio. Eppure a Carola Rackete ancora non basta. "Si è ridotta in Italia, ma continuiamo ad avere impedimenti amministrativi", ha detto a Piazzapulita la capitana della Sea Watch 3 che, nella notte tra il 28 e il 29 giugno, forzò il divieto di ingresso in acque territoriali italiane e di ingresso in porto a Lampedusa speronando una motovedetta della Guardia di Finanza italiana (guarda il video). E, dopo essere stat arrestata per quella sciagurata manovra, è già pronta a tornare in mare a "salvare altre persone". "Siamo tutti pronti a ridiscendere in campo".

"Mi tengo Oriana Fallaci e vi lascio Carola Rackete". Prima che su La7 iniziasse il collegamento con la capitana della Sea Watch 3, Salvini è tornato ad attaccarla duramente: "La mia donna ideale dal punto di vista culturale, professionale e valoriale non è Carola Rackete, ma Oriana Fallaci". Durante l'intervista a Piazzapultica la Rackete dice di non essere interessata alla politica e di essere, piuttosto "una ecologista". Eppure già minaccia di voler tornare al fianco della ong tedesca che va fin davanti alle coste libiche a recuperare i disperati che partono alla volta dell'Europa. Tanto che, incalzata da Corrado Formigli, dice chiaramente di essere ancora in possesso della patente nautica per poter essere ai comandi di una nave. "E potrei continuare a lavorare sulla nave come prima", mette in chiaro. Di chiedere scusa per quanto ha fatto quest'estate non ha alcuna intenzione: non per aver infranto le leggi del nostro Paese, non per aver attentato alla vita di cinque militari, non per aver scaricato sulle nostre coste immigrati irregolari. E ora già pensa a tornare in mare.

Durante l'intervista di questa sera, la Rackete non è mai voluta entrare in polemica diretta con Salvini. Nemmeno quando le è stato chiesto di commentare le parole pronunciate dal leader del Carroccio in occasione del raduno leghista della scorsa settimana a Pontida. Ha preferito svicolare con un no comment. Piuttosto si è nuovamente soffermata su quella drammatica notte, davanti al porto di Lampedusa, quando ha pericolosamente forzato il blocco imposto dal Viminale. "Non è stata una decisione presa su due piedi - ha detto - è stata ponderata e d'accordo con il personale medico a bordo dopo giorni e giorni di attesa, ho sentito il peso della responsabilità sapendo che avevo a bordo persone, un bene prezioso, che rischiavano. E dunque - ha continuato - la sicurezza e la vita delle persone è venuta prima di ogni conseguenza personale. Non avevo paura, soprattutto perché non stavamo agendo contro la legge internazionale".

Nelle scorse settimane la Rackete ha denunciato Salvini. E adesso il leader della Lega si ritrova indagato per averla criticata. È possibile che, in caso di processo, i due possano trovarsi faccia a faccia in aula. "Non vedo l'ora di incontrarla in tribunale - ha detto l'ex ministro - di guardare in faccia una che ha provato a uccidere dei militari italiani". La capitana, invece, dice che non intende rivolgergli la parola. "Parlerò ala gente, le parole portano all'azione - spiega a Piazzapulita - bisogna stare molto attenti come cittadini, va interrotta la retorica di odio, assolutamente vuota, bisogna prevenire la politica dell'odio".

Alla fine dell'intervista, poi, ringrazia "tutti coloro che sono stati solidali con me ed hanno sostenuto i profughi che arrivano in Italia, sostegno e solidarietà sono importanti per le ong".

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