Insulti a Carola Rackete, ora Salvini è indagato

La capitana della Sea Watch aveva forzato il blocco speronando la Gdf. E adesso Salvini è indagato per averla criticata

Insulti a Carola Rackete, ora Salvini è indagato

Non appena al Quirinale è terminato il giuramento del Conte bis e il nuovo governo è pienamente entrato in funzione, Matteo Salvini si è ritrovato iscritto nel registro degli indagati. Ad accusarlo di diffamazione è la procura di Roma che ha dato seguito alla denuncia presentata la capitana della Sea Watch 3, Carola Rackete, per gli attacchi che le erano stati mossi dal leader leghista sui propri account social. "Per me è una medaglia - ha commentato il leader leghista - io non mollo, mai".

"È lui che muove le acque dell'odio", aveva accusato l'avvocato Alessandro Gamberini quando lo scorso luglio aveva depositato la querela al tribunale di Roma. "Quando le persone vengono toccate nel portafoglio capiscono che non possono insultare gratuitamente". Alle minacce del legale della Rackete, Salvini aveva risposto facendo spallucce ed era tornato a occuparsi del proprio lavoro. La denuncia, poi, era stata liquidata con un semplice tweet: "Non mi fanno paura i mafiosi, figurarsi una ricca e viziata comunista tedesca!". Ora, nonostante sia stata la capitana della Sea Watch 3 a forzare il divieto di ingresso e a speronare una motovedetta della Guardia di Finanza per riuscire a entrare nel porto di Lampedusa (guarda il video), i magistrati romani hanno iscritto sul registro degli indagati l'ex ministro dell'Interno. L'accusa è, appunto, di averla diffamata sui social network. "Gli interventi di Salvini - si legge nella denuncia - svolgono non all'interno della sua funzione, ma facendo di essa un puro strumento propagandistico e, come vedremo, istigatorio di un "discorso dell'odio", che travolge ogni richiamo alla funzione istituzionale". Nella denuncia, nella quale si chiede tra l'altro il sequestro dei profili social dell'ex ministro dell'Interno, vengono infatti riportati alcuni post del leader leghista e diversi commenti di utenti che criticavano la comandante tedesca di aver fatto sbarcare gli immigrati clandestini usando la forza.

Gli atti della procura di Roma sono stati inviati a Milano per competenza territoriale, essendo il capoluogo lombardo la città nella quale Salvini risiede. Adesso la pm Giancarla Serafini deciderà se sentire il leader leghista o meno.

"Non vedo l'ora di incontrare Carola Rackete in tribunale, di guardare in faccia una che ha provato a uccidere dei militari italiani", aveva commentato Salvini nelle scorse settimane aspettandosi, evidentemente, che sarebbe stata aperta un'indagine a suo carico. Adesso non resta che vedere se ci sarà il rinvio a processo o se i magistrati decideranno di archiviare la denuncia.

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