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Migranti, Renzi: "Servono strategie, non polemicucce"

Il premier continua ad attaccare l'Europa: "Non prendiamo lezioncine dai nostri amici europei". Weber replica: "Non ci sono più ulteriori margini per maggiore flessibilità"

Migranti, Renzi: "Servono strategie, non polemicucce"

Nonostante i moniti e le risposte da Bruxelles, Matteo Renzi continua l'attacco all'Unione europea soprattutto sul tema dell'immigrazione.

"Se vogliamo risolvere il problema dell'immigrazione serve una strategia di lungo periodo non polemicucce da quattro soldi", ha detto il premier italiano mel suo intervento al parlamento ghanese, "È finito il tempo in cui l'Europa ci dice cosa dobbiamo fare. Per risolvere problemi complessi non basta fare un comunicato stampa. Le polemiche lasciano il tempo che trovano, noi siamo l’Italia e ogni anno mettiamo 20 miliardi sul piatto di Bruxelles, avendo indietro, molto meno, 11 miliardi. Vogliamo lavorare ma non prendiamo lezioncine da nessuno dei nostri amici europei".

Ma la risposta di Bruxelles non si è fatta attendere: "La Commissione europea negli ultimi anni ha dato massima flessibilità", ha detto il presidente dei deputati europei del Pps, Manfred Weber, "Ma ora anche i commissari socialisti, penso a Moscovici, constatano che non ci sono più ulteriori margini per maggiore flessibilità". Lo ha detto Manfred Weber, presidente dei deputati europei del Ppe, commentando la posizione italiana. "Sarebbe auspicabile da parte di tutti - aggiunge - prendere coscienza dello stato dei fatti. Juncker ieri ha inviato una lettera a Renzi per ricordagli gli obblighi europei: spero che sia arrivata a destinazione".

Un attacco non tollerato dal Pd: "Il capogruppo conservatore tedesco è il primo nemico della Commissione europea perché mette a rischio ogni giorno la tenuta con le sue dichiarazioni oltranziste, contrarie al patto di legislatura alla base della coalizione che ha dato la fiducia Juncker", ha detto il capogruppo del Pd Patrizia Toia, "Weber gioca allo sfascio e ora ha anche la pretesa di conoscere il parare della Commissione europea, su cui la stessa cancelliera Angela Merkel ha detto di non poter parlare, e perfino del commissario socialista francese Pierre Moscovici".

E da Parigi arriva l'ennesima stoccata al governo italiano: il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, infatti, si dice convinto che l'Italia sia in grado di gestire il fenomeno migratorio, ma avverte dei rischi di infiltrazioni jihadiste che restano alte. "Bisogna contrastare il fenomeno dei passaporti falsi, come abbiamo visto negli attentati di Parigi", ha detto Fabius, ricordando che la Francia ha già proposto una task force europea contro i passaporti falsi. "L’Italia ha dovuto affrontare un anno difficile con l’arrivo di molti rifugiati e la situazione rischia di peggiorare con il peggioramento della crisi in Libia", ha aggiunto.

L'atteggiamento di Renzi non riscuote successo neanche in Italia. "Renzi non sta difendendo in Europa gli interessi dell'Italia ma sta portando avanti una contesa che non procurerà alcun vantaggio al nostro Paese", fa notare Deborah Bergamini (FI), "Anzi, come ormai tutti gli osservatori riconoscono, l'atteggiamento del premier sta isolando l'Italia. Occorrerebbe costruire alleanze e portare altri Stati membri sulle nostre posizioni e invece a poco a poco il governo italiano, con un atteggiamento francamente incomprensibile, si sta inimicando tutti. Inoltre, non c'era mai capitato di vedere un capo di governo smentito così sonoramente dalla Commissione Ue come sta avvenendo ora con Renzi sul caso del fondo di 3 miliardi di euro per la Turchia.

È un pericoloso segnale per la credibilità del Paese".

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