Milano, blitz anti-degrado in stazione Centrale

La polizia interviene nell'area a rischio della città. La sinistra: «Rastrellamenti. Fi: «Più controlli»

Alberto Giannoni

Milano Per qualcuno è addirittura «un rastrellamento», per la lista dell'ex sindaco Giuliano Pisapia, invece, si tratta di interventi che «servono solo a regalare platea agli sciacalli e alimentare razzismo e paura». In realtà stiamo parlando di un'operazione straordinaria di prevenzione e controllo della polizia di Stato, che ieri è intervenuta in stazione Centrale con un obiettivo ben preciso (e in città molto sentito): il «contrasto della situazione di degrado in cui versa la zona», la stessa in cui dieci giorni fa un militare dell'operazione «Strade sicure» è stato aggredito da un giovane immigrato con problemi psichici, la stessa in cui - a fine ottobre - era stato girato un video impressionante che documentava una rissa di massa.

Questo il clima che si respira in Centrale, un'area delicatissima per cui molti da tempo invocavano interventi. L'operazione del primo pomeriggio è stata decisa dal Questore Marcello Cardona. Sono state impiegate forze massicce in tenuta anti-sommossa. Equipaggi delle squadre mobili di Milano, Torino e Padova, con unità cinofile e del reparto a cavallo della Questura e con personale della Polizia scientifica. Sul cielo di Milano, che si preparava a sganciare sulla città un improvviso nubifragio, volteggiavano gli elicotteri della polizia. Per facilitare l'opera di identificazione delle (molte) persone che stazionano normalmente nella zona, sono stati chiusi i varchi di accesso alla metropolitana. L'operazione ha interessato i piazzali della stazione ma anche alcune vie limitrofe, tutte strade in cui - sempre per la questura - «sono soliti persistere cittadini stranieri, persone senza dimora e cittadini italiani con precedenti di polizia».

Alla fine in 52 sono stati accompagnati in questura e identificati. Il Consiglio comunale si è chiuso in anticipo per seguire i fatti. Nei momenti più concitati era presente in piazza anche il leader della Lega Matteo Salvini, con l'immancabile telefonino per trasmettere la diretta. «Spero che lo spaccio sia perseguito e che non ci sia un giudice che li faccia uscire subito» ha detto, dopo essere piombato in Centrale dal partito in via Bellerio. Il governatore Roberto Maroni, inquilino del Pirellone che dà sulla piazza, ha ringraziato il questore. Il centrodestra in genere ha plaudito all'intervento, chiedendo che non sia episodico. «I controlli a tappeto sui migranti che transitano e bivaccano per settimane in stazione Centrale non devono essere una eccezionalità» ha detto Mariastella Gelmini (Fi). «La presenza dello Stato deve essere continua» si è augurato Stefano Parisi. «Pieno sostegno» anche dal Pd. Ma la sinistra Pd, col suo assessore al Sociale Pierfrancesco Majorino, ha sollevato dubbi. «Mi piacerebbe capire che tipo di risultati portano azioni simili» ha scritto.

Fuori dalla questura, in via Fatebenefratelli, una trentina di persone ha protestando sotto la pioggia. E mancano 17 giorni alla marcia «per l'accoglienza» promossa dal Comune e fissata al 20 maggio, in una città che ospita 3.600 richiedenti asilo.

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