Slogan e minacce poi la guerriglia. Vergogna delle piazze "pacifiste"

Dallo sfregio alla statua di San Giovanni Paolo II alla bandiera di Hezbollah: la manifestazione di Roma è un campionario di odio. In serata scoppia la guerriglia

Slogan e minacce poi la guerriglia. Vergogna delle piazze "pacifiste"
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"Fascista di m". È con questa scritta, vergata insieme alla falce e martello, che a poche ore dalla manifestazione per la Palestina, sedicenti pacifisti per la Palestina sfregiano la statua di Papa Giovanni Paolo II, santificato sotto il pontificato di Francesco.

La giornata inizia così, a pochi passi da Roma Termini, in piazza dei Cinquecento, e le scritte sono notate dai carabinieri che provvedono a richiederne la rimozione immediata. L'offesa però resta e per Giorgia Meloni è un "atto indegno commesso da persone obnubilate dall'ideologia", mentre Tajani dice "basta ai maestri cattivi" e Salvini cerca "disperatamente cervello per questi poveri imbecilli". Ci sono anche quelli che coprono le "pietre di inciampo" dedicata alle vittime della Shoah, a Trastevere, a pochi passi dal quartiere ebraico di Roma, con adesivi dedicati alle vittime di Gaza e quelli che, invece, vanno in corteo con un cartello che equiparava Auschwitz, Dachau e Buchenwald a Gaza e alla Cisgiordania. E chissà cosa hanno in testa quelli che impunemente intonano cori per Hezbollah, sventolano le bandiere dei terroristi e srotolano lo striscione per il quale "7 ottobre Resistenza" ma anche quello che invoca la "morte all'Idf".

Non mancano ovviamente quelli che invocano la sparizione di Israele per una Palestina "dal fiume fino al mare", cori ormai consolidati in questo tipo di cortei, che però da qualche tempo vengono insegnati anche ai bambini che, indottrinati a concetti di cui nemmeno capiscono il significato, vengono portati in corteo a gridare "Palestina libera dal fiume fino al mare".

E non mancano mai quelli che si impegnano a costruire i cartelli in cui si invoca la Meloni a testa in giù rievocando piazzale Loreto. Ci sono ovviamente anche i cori contro le forze dell'ordine, che davanti alla Fao si vedono arrivare addosso i petardi. A Roma sono arrivati pullman da tutta Italia, per la maggior parte con passaggio a prezzo molto economico ma in alcuni casi perfino gratis: e allora eccoli i giovanissimi "studenti" che, ancora una volta, scelgono di saltare la scuola per farsi una gita a Roma, con l'immancabile pugno chiuso e il volto travisato dalla kefiah. La Polizia di Stato ne ha controllati 5, tutti minorenni, a Colle Oppio nei pressi del Colosseo: avevano con loro caschi, fumogeni, bottiglie in vetro e bombolette spray, che sono stati sequestrati. Nei controlli antecedenti la manifestazione gli agenti hanno invece sequestrato mazze in metallo e legno, tute monouso utilizzate di solito per i travisamenti e maschere antigas a bordo delle auto e dei pullman che cercavano di raggiungere Roma. Un gruppo di incappucciati, a fine corteo, viene cacciato dai manifestanti da piazza San Giovanni e tenta di dirigersi verso un obiettivo sensibile: dopo uno scontro, usando anche gli idranti, la polizia è riuscita a cinturarne circa 100 a Santa Maria Maggiore. In serata poi la tensione sale con bombe con carta, cassonetti bruciati, come le auto, e agenti feriti. E in serata i fermati sono una quindicina, con 262 identificati. Il bollettino degli ospedali della capitale parla di 41 agenti feriti.

"Un sentito ringraziamento alle forze dell'ordine per il lavoro straordinario svolto in questi giorni complessi, nonostante abbiano dovuto fronteggiare aggressioni, lanci di oggetti e tentativi organizzati di scontro - scrive la premier Giorgia Meloni - La mia vicinanza va

a tutti gli agenti feriti: la loro professionalità e il loro coraggio rappresentano un presidio indispensabile per la sicurezza". "Questi non sono manifestanti o pacifisti, sono criminali" commenta il vicepremier Matteo Salvini.

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