Lo spillo

La minaccia del pugile: "No Jobs Act". Renzi deve avere paura?

Un conto se te lo intima la Bindi, ma se la minaccia arriva da un pugile professionista...

Lenny Bottai sul ring a Las Vegas
Lenny Bottai sul ring a Las Vegas

Un conto è se te lo intimano i vari Massimo D'Alema, Rosi Bindi e Pippo Civati. Puoi anche fare spallucce e tirare dritto. Puoi anche non dargli nemmeno retta. Ma te le dice uno come Lenny Bottai non puoi mica fare finta di nulla. Ieri sera, sul ring di Las Vegas, il 37enne pugile livornese è finito ko al terzo round contro l’americano Jermall Charlo, semifinale dei Superwelter Ibf. Nonostante la sconfitta un messaggio è riuscito a mandarlo. E il destinatario è stato Matteo Renzi. Che ora difficilmente potrà dormire sonni tranquilli.

Il livornese è salito sul ring con una maglietta speciale e un messaggio particolare: "No Jobs Act". Sul proprio profilo Facebook, Bottai ha anche rassicurato tutti i fan sulle proprie condizioni: "Dalla dressing room rassicuro tutti. Sto benissimo, ho mandato anche in culo il dottore che mi ha chiesto dove sono. Quindi sono io....". Quanto all’esito del match, poche recriminazioni: "È andata come forse era preventivabile doveva andare. La boxe è dura, qui di più. Lo so io, lo sanno quelli che giudicheranno da una comoda sedia ed una tastiera. Avversario di altra categoria, in tutti i sensi. Stamattina al secondo controllo era già 74,4. Stasera chissa quanto. Io, la guerra so fare, quella faccio. Il fioretto non mi viene e non sono venuto qui a fare le riprese altrimenti forse sarebbe andata diversamente. È stata in ogni caso una grande esperienza, spero di aver trasmesso qualcosa anche nella mia sconfitta. Vi abbraccio tutti".

Il prossimo match? Renzi ora si augura che non lo vorrà fare a Palazzo Chigi. Altrimenti dovrà ricredersi sul Jobs Act..

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