Cronache

Ma minacciare il carcere qui non basta

Ma minacciare il carcere qui non basta

Senigallia, c'è un problema. Ma anche: Ponte Milvio, c'è un problema. E Valle Aurina, c'è un problema.

E il problema è che trasformare - ormai quasi quattro anni fa - l'omicidio stradale in un reato a sé stante, con tanto di fattispecie diligentemente previste, non è servito a diminuire il numero di morti sulle strade in Italia. Nel 2019 le cosiddette «stragi del sabato sera» (orrido cliché giornalistico) hanno fatto registrare solo 11 morti in meno (e i dati arrivano fino all'8 dicembre) rispetto al 2018 e quanto al bilancio complessivo, nel 2018 ci sono state 3325 «croci d'asfalto», in calo rispetto al 2017 (quando furono 3378) ma in aumento rispetto al 2016 (3283). Insomma, al netto di qualche oscillazione fisiologica, nulla è cambiato negli ultimi anni, malgrado quando venne introdotta le legge che esacerbava le pene per chi uccideva qualcuno guidando dopo aver bevuto troppo o essersi drogato ci si fosse posti l'obiettivo di dimezzare i decessi su strada entro il 2020. Gol fallito, almeno finora. Dobbiamo arrenderci: non basta il proibizionismo per spingere gli automobilisti, soprattutto quelli più giovani, a usare maggiore prudenza sulle strade. La Spoon River di questi giorni - che ci verrebbe voglia di definire Spritz River - ci fa riflettere su come incattivire le pene non impedisca certo che qualcuno si metta alla guida del suo suv dopo una serata con gli amici al pub o dopo una cena debitamente innaffiata di vino. Anche perché esiste una sorta di nodo gordiano dello sballo: quello stesso buon senso che dovrebbe suggerire a chicchessia di non essere in grado di impugnare un volante, mettendo a repentaglio se stesso e chiunque si trovi a passare di lì, viene sbianchettato dalla condizione totalmente alterata dello stesso chicchessia. La legge spinge il guidatore ad autovalutarsi in condizioni di scarsa oggettività, ponendo come unico spauracchio un carcere che a chi a vent'anni ha appena trascorso una serata di sballo e da sballo appare realistica come un fantasy hollywoodiano. Chi davvero pensa di non essere in grado di andare dal punto A al punto B con la propria Smart anche dopo tre drink? Magari chi ha un po' di uso di mondo. Un tempo gli ubriaconi di paese tornavano a casa a passo d'uomo, mentre oggi chi ha la patente dall'altro ieri, in nome di un'immortalità fino a prova contraria picchia sull'acceleratore della vita senza remore e senza ritegno.

Così è, anche se non vi pare.

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