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(Mini) calzoncini e fiori. Scervino fa sfilare la seduzione gentile

I tailleur ora sono con micro short che hanno la stessa costruzione dei pantaloni lunghi

(Mini) calzoncini e fiori. Scervino fa sfilare la seduzione gentile

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«Sarà un'estate in mutande» dicono gli stilisti che in questi giorni stanno presentando le collezioni per la bella stagione dell'anno venturo sulle passerelle di Milano. La lunghezza dei calzoncini che negli anni Settanta si chiamavano short raggiunge ad andar bene le due dita dall'inguine salendo pericolosamente sulla chiappa per via della sua naturale rotondità. Nella maggior parte dei casi le gonne sono corte, cortissime, praticamente delle grandi cinture. Quando si allungano fino al pavimento, sono talmente trasparenti che in controluce hai l'effetto radiografia. Insomma le gambe che qualcuno ha giustamente definito «il compasso con cui le donne misurano il mondo», sono di nuovo il punto focale della seduzione come nei fantastici anni Sessanta. Il bello è che tutto questo corto contraddice alla grande la regola degli orli in risalita nei periodi di prosperità e di caduta a precipizio verso terra quando crisi e recessione bussano alle porte. «Noi andiamo avanti con passione e ottimismo» dice Toni Scervino, presidente e amministratore unico del brand Ermanno Scervino che nell'estate appena trascorsa ha registrato significativi aumenti delle vendite in tutti i negozi d'Europa: dal più 21% dell'Italia al più 35% di Londra. «C'è mutanda e mutanda» esclama seccato il suo socio e direttore creativo. Comincia così una specie di ping pong in cui Toni dice che Ermanno ha la fobia della volgarità mentre l'altro mostra direttamente sul corpo delle modelle che i divini bustier fatti di solo ricamo color oro sono segretamente costruiti con tanto di stecche e reggiseno all'interno per cui in teoria ci potresti anche giocare a basket o far ginnastica senza spostare di un solo millimetro la necessaria copertura della nudità. Invece i famosi calzoncini ridotti ai minimi termini hanno la stessa costruzione sartoriale dei pantaloni lunghi per cui non risalgono da nessuna parte e possono essere indossati con una calza coprente che unifica tutto. Certo su una ragazza giovane e tonica come una gazzella staranno benissimo i tailleur con micro-short in lino azzurro o camoscio naturale tempestati da innumerevoli fiorellini in 3D applicati a mano con lo stesso effetto di una pioggia gentile. Lo stesso trio (calzoncino, reggiseno a bustier e ampio sopra maschile) si ritrova sulla variante in maglia di cotone ecrù tricottata a mano e decorata da una pioggia di petali nei toni del rosso ciliegia, rosa pallido e fragola. «Merito delle nostre artigiane» dicono gli Scervino che 15 anni fa hanno rilevato un maglificio fiorentino costruendo nel loro head quarter alle porte di Firenze, un'unità produttiva che oggi vanta 80 lavoranti. Gli altri dipendenti (in tutto 300 diretti e 1500 nell'indotto) confezionano meraviglie come l'impermeabile in tessuto tecnico che sembra taffetà interamente coperto da microfiori nello stesso materiale. Poi c'è il lungo abito da sera color nude con le pieghe fatte a mano oppure i poetici slip dress su cui fioriscono quei meravigliosi compagni di strada che i francesi chiamano «fleur de rocaille». Insomma la delicatezza è una questione di armonia e di come si fanno le cose. Lo illustra bene la colonna sonora che ripete l'immortale canzone di Lou Reed Take a walk on a wilde side cantata prima da Vanessa Paradis in inglese e poi da Patti Pravo in italiano.

Le parole «hey Babe, fatti un giro nel lato selvaggio» con due voci così femminili assumono un altro significato.

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