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Il ministro indegno che ci prende per il Pil

Il ministro indegno che ci prende per il Pil

Incuriosito dal fatto che giornali trendy come il Fatto Quotidiano hanno decantato il curricolo del ministro dell'Istruzione Fioramonti per giustificare il suo diritto a insultare esponenti politici a sostenere tesi grottesche come quella che al posto dei crocefissi nelle scuole bisognerebbe mettere cartine geografiche della terra, sono andato a guardar tale curricolo da lui medesimo redatto e pubblicato nel sito del Miur (il ministero di Istruzione Università e Ricerca).

Oltre al fatto che ha ricoperto una cattedra all'Università di Pretoria, non c'è alcun elemento di rilievo, né indicazioni di saggi su riviste economiche qualificate. Scrive saggi e libri divulgativi, quello più noto Presi per il Pil. Fioramonti sostiene che poiché il Pil non misura bene la crescita economica e il benessere delle nazioni, bisogna buttar via questo suo misuratore imperfetto e aver la decrescita. Economisti famosi come Marshall e Pigou da più di 100 anni hanno analizzato i danni ai terzi, non misurati dal prodotto nazionale, fra cui quelli ambientali che hanno chiamato «diseconomie esterne» e hanno messo in luce che ci sono benefici ai terzi, come quelli ambientali, anche essi non calcolate nel Pil. Ma ciò non comporta che bisogna «buttar l'acqua sporca col bambino dentro», il Pil. Né ha senso la tesi di Fioramonti secondo la quale il misuratore Pil sarebbe frutto di una congiura del capitalismo di mercato, dato che tra i principali inquinatori emerge la Cina attuale.

Come può esser un buon educatore un ministro dell'Istruzione che oltre ad aver scritto su di sé un curricolo accademico auto elogiativo, anziché puramente descrittivo, ha fatto un film per spiegare con esempi concreti come ognuno possa mette in pratica la teoria della decrescita? Un esempio sarebbe quello di due persone che si sono ritirate dalla città per allevare capre viver producendo il loro formaggio.

A chi lo vendono il formaggio? Non a persone che lo comprano con i soldi misurati dal Pil, o ci vuole il baratto? Come fa a sostenere seriamente un ministro della istruzione e ricerca che la scienza economica main stream, cioè quella neo classica sia da buttare? È adatto un ministro che sposa queste tesi a promuovere una scuola per il terzo millennio, in cui si dovrebbero insegnare le scienze e le tecnologie più avanzate? E come fa a dar ragione al suo bambino nato in Sudafrica che protesta perché i libri di storia sono pieni di guerre? Non lo sa il ministro che l'Unione europea è stata pensata e fatta per porre fin alle guerre che ci hanno macellato e lacerato. E che anche le immigrazioni da Africa e Medio Oriente nascono dalle guerre? Per finire, con quale coerenza per sostenere la ricerca avanzata, che serve per salvare il pianeta, Fioramonti assume nella scuola 30mila precari? Ci sta prendendo lui per il Pil?

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