Politica

Il ministro Orlando contestato dai prof alla Festa dell'Unità

Un gruppo di insegnanti ha circondato il Guardasigilli esigendo spiegazioni sul voto di fiducia al ddl sulla Buona Scuola

Il ministro della Giustizia Andrea Orlando
Il ministro della Giustizia Andrea Orlando

A vivacizzare la Festa dell'Unità di Roma ieri ci hanno pensato un gruppo di insegnanti. Al termine del dibattito serale il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, è stato oggetto di una forte contestazione.

Una giovane professoressa lo ha fermato e incalzato di domande: "Ministro, scusi, perché il suo governo, il governo Renzi ha dovuto porre la fiducia su una riforma che stravolge completamente la scuola pubblica? Il nostro Presidente del Consiglio aveva detto che avrebbe convocato un’assemblea nazionale a luglio, giusto? Perché ha dovuto messo la fiducia se è così buona questa scuola?". A quel punto Orlando si è trovato circondato e per difendersi ha contrattaccato: "Vuol parlare lei o fa parlare anche a me?" e, all'ennesima richiesta di spiegazioni sulla fiducia posta, ha dichiarato: "Perché credo si sia valutato che dati i tempi dell’approvazione parlamentare con migliaia di emendamenti non si sarebbe arrivati a un’approvazione del provvedimento in un tempo utile per arrivare alle assunzioni". Apriti cielo, dalle professoresse arriva un coro di "Non è vero, è propaganda" a cui il ministro ha detto: "Se lei mi mette la questione della propaganda io do la mia valutazione, lei da la sua e ci rispettiamo. Se lei, invece, ritiene che lei dice delle cose vere e io faccio della propaganda…". "Io ho solo più informazioni di lei…", ha risposto l'insegnante. Il ministro Orlando, però, proprio non ci sta a passare da fesso e ribatte: "Come fa a presumere che lei ha più informazioni di me? Ma lei può sapere quali sarebbero stati i tempi di approvazione al Senato in caso di mancata approvazione?". Le insegnanti, allora, controbattono che il governo poteva proporre lo stralcio delle assunzioni dei precari e poi discutere la riforma con loro prima di approvarla. "Allora voi - rilancia Orlando - non è che siete contro al fatto che sia stata messa la fiducia. Siete contro al fatto che sia stato approvato".

La discussione poi si sposta sulla chiamata diretta degli insegnanti da parte del preside che, come spiega il ministro, ora è affidata a un collegio di insegnanti e genitori. "E io - chiede con tono arrabbiato una docente - devo essere valutata dagli studenti a cui magari ho, giustamente, messo un voto basso e quel genitore secondo lei come mi valuterà?". Domanda a cui Orlando sfugge rifugiandosi dietro l'esterofilia: "È un sistema che c’è in tanti altri Paesi. Secondo lei nei Paesi dove si sono seguiti criteri analoghi a quelli che sono stati introdotti non c’è la libertà di insegnamento?".

"Lo studente può valutare chi gli insegna? E se lo studente scelto è proprio quello che a casa non ha mai fatto nulla e non ha studiato e io gli ho messo un voto basso, secondo lei come mi valuterà?", è la risposta della giovane insegnante. La diatriba si chiude con un Orlando del tutto esterrefatto: "Come può pensare che degli studenti, - chiede quasi con incredulità - all’interno di una classe, tra tutti quelli che devono scegliere scelgono quello che non ha voglia di fare niente e che vuole boicottare lei? Cioè questo è un intrinseco messaggio di sfiducia nella democrazia…"

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