«La solidarietà sotto sequestro», titolava ieri Il Giornale riguardo alla decisione della Procura di Spoleto di mettere i sigilli al «cento polifunzionale 4.0» sorto a Norcia grazie alla raccolta di fondi da parte dei lettori del Corriere della Sera e dei telespettatori del TgLa7.
Una struttura non invasiva (che il pm definisce però «eccentrica» ndr) e perfettamente integrata nel territorio circostante. Legno e vetro sono gli elementi base della costruzione che porta la firma di un architetto che non ha bisogno di presentazioni, Stefano Boeri.
Architetto Boeri, lei è indagato in qualità di direttore dei lavori per abuso edilizio. Stessa sorte per il sindaco di Norcia. Qual è il suo stato d'animo?
«Sono amareggiato. Ma anche contento».
«Contento» per cosa?
«Ho fiducia nella magistratura. E se questa vicenda - frutto probabilmente di un grosso equivoco - può servire ad aprire un dibattito serio, ben venga anche l'avviso di garanzia nei nostri confronti».
Cosa intende per «serio dibattito»?
«Forse c'è qualcosa da mettere a punto sotto il profilo normativo tra la rigidità di certe leggi che tutelano giustamente il paesaggio, la gestione dell'emergenza e le esigenze sociali di un territorio».
Un territorio che qui a Norcia, il 30 ottobre 2016, devastò tutto. A distanza di quasi un anno e mezzo le macerie continuano a farla da padrone.
«Il rifugio Norcia 4.0 è un simbolo di ricostruzione materiale e morale».
Uno spirito di rinascita su cui oggi campeggia il cartello «Edificio sottoposto a sequestro giudiziario».
«È una cosa che fa male. Non tanto a me - che comunque su questa vicenda non sono disposto a mollare neppure di un millimetro -, ma per l'intera comunità locale. Una comunità che in questo rifugio veniva con lo spirito di chi ha solo voglia di rimettersi in piedi».
«Un luogo dove ritrovarsi per riprendere il cammino interrotto.
«Sotto questo tetto infatti si svolgevano le riunioni del Consiglio comunale, spettacoli teatrali, feste per bambini».
Un valore aggiunto rispetto alla sua funzione primaria di centro di emergenza destinato alla Protezione civile. Allora perché questo sequestro?
«Non so spiegarmelo. Ci troviamo dinanzi a un lavoro finanziato dai cittadini italiani, svolto dal mio studio in totale gratuità».
Ma trattato dalla magistratura alla stregua di un abuso edilizio.
«Un'accusa infondata. Questa è una struttura temporanea realizzata in tre mesi, 450 mq di classe 4 (la massima nella sicurezza antisismica)».
Ma se l'edificio è rimovibile, perché sequestrarlo preventivamente?
«Non lo capisco. Si poteva infatti indagare senza sequestralo. Nove mesi fa il centro venne inaugurato e da allora la sua utilità è sotto gli occhi di tutti».
Una struttura qualitativamente all'avanguardia in un contesto d'emergenza.
«In Italia purtroppo le emergenze tendono ad avere tempi lunghissimi. Di qui l'esigenza di garantire edifici con determinate garanzie di durata e sicurezza».
«Norcia 4.0» riaprirà?
«Confido nel buon senso dei giudici. Ma sono orgoglioso di quanto fatto a Norcia. Per me è una questione di principio. Andrò fino in fondo».
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