Giuseppe Cruciani: "Il mio spettacolo a teatro interrotto dalle ambientaliste. Mi ha salvato il generale..."

Intervista a Giuseppe Cruciani. Il conduttore radiofonico e la contestazione subìta a Torino: "La sinistra cerca solo i loro voti"

Giuseppe Cruciani: "Il mio spettacolo a teatro interrotto dalle ambientaliste. Mi ha salvato il generale..."
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Giuseppe Cruciani, cosa è successo a Torino martedì? Stavi facendo il tuo spettacolo «Via Crux» e poi?

«Avevo iniziato da un paio di minuti quella parte dello spettacolo dedicata alle follie green. Da una zona centrale della platea si alzano due ragazze - più una reporter col telefonino - con uno striscione in mano, e iniziano a gridare le solite frasi, che neppure si sentivano bene».

Cosa gridavano?

«Ma che ne so ce l'avevano con gli idrocarburi»

E poi?

«Si sono avvicinate, sono salite sul palco, hanno srotolato uno striscione. Poi hanno iniziato a parlare ma non si capiva nulla. Una di loro era Myriam Falco, un'attivista nota, che tra l'altro aveva una sua clip che fa parte del mio spettacolo. Non ho capito bene se protestasse anche contro se stessa»

E tu?

«Io ho fatto notare che non si capiva niente di quello che dicevano e mi sono offerto di dirle io le cose che volevano dire, perché tanto le conosco, e siccome sono più bravo di loro le potevo dire meglio»

La gente protestava?

«Sì, ma nessuno si è avvicinato al palco. E nessuno le ha insultate. Hanno solo espresso fastidio. Giustamente volevano vedere il mio spettacolo di cui avevano pagato il biglietto».

E loro?

«A un certo punto sono scese e si sono sedute per terra. Io ho provato a ripartire con lo spettacolo. Ma loro continuavano a gridare».

Quanto è durata questa sceneggiata?

«Circa venti minuti. A un certo punto ho fatto chiamare i carabinieri, ma prima di loro è arrivato Roberto Vannacci che avevo invitato visto che anche lui si trovava a Torino».

E come è finita?

«Dopo un po' sono uscite, nel tripudio generale»

Spiegami questa cosa. Loro gridano: c'è la censura, c'è la censura. Ma la censura la fanno loro. Da un paio d'anni è passata questa idea che un gruppetto anche minimo di persone può levare la parola a chi vuole. E' così?

«Diciamo che non basta più parlare. Devono impedire di parlare a te. Alcune fasce estremiste sono coccolate dai meno estremisti».

Cioè?

«Beh la sinistra ufficiale, formalmente condanna, ma poi dice che però vanno tutelati questi che protestano perché hanno diritto a protestare. Vogliono tenerli buoni, vogliono i loro voti».

Ma secondo te cosa bisognerebbe fare? La protesta è legittima o no?

«Certo che è legittima. Ognuno può esprimere le sue opinioni. E loro hanno tutti i mezzi per farlo. Gli si dà spazio in televisione, sui giornali, ci sono i social. Io dico: una volta gli ambientalisti non avevano mica tutte queste opportunità di esprimersi. E allora? Allora non gli basta più. Loro vogliono scioccare. Vogliono impedire. Impedire agli altri di dire le cose: a Molinari, a Parenzo, a Capezzone. Loro pensano che sia legittimo».

Tu cosa pensi di loro?

«Sono una piccola setta di estremisti privilegiati perché vivono in occidente. Come i figli dei ricchi che nascono nella bambagia ma rifiutano di accettare quello che sono».

Loro sanno di non rischiare niente?

«Sì. E' raro che vengano puniti. In altri Paesi sarebbero puniti più severamente. Recentemente è uscita una sentenza a Bologna nella quale sono state concesse le attenuanti, per un blocco stradale, perché sono riconosciuti i nobili motivi».

Lo spettacolo va avanti?

«Sì, la settimana prossima a Milano»

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