Miss trans "coi bambini". E scoppia il putiferio

Un concorso di bellezza scatena polemiche a Ragusa

Miss trans "coi bambini". E scoppia il putiferio

Un concorso di bellezza e si scatena il putiferio. Non tra le miss in passerella, come si potrebbe immaginare pensando a rivalità tra le concorrenti, ma è l'idea stessa della kermesse che qualcuno non manda giù. Si tratta dell'elezione di «Miss trans Sicilia e Sardegna 2015» che si svolgerà in un noto locale di Ragusa il 16 agosto con la partecipazione di «Lgbt» sudamericane (Lesbiche gay bisessuali transessuali) e, per l'occasione, le miss saranno accompagnate da bambini. È proprio la presenza dei più piccoli l'oggetto del contendere. La trovata fa saltare per aria Forza nuova, che non digerisce la loro «strumentalizzazione».

«È in nome di buoni sentimenti e di belle parole come "omofobia", "transfobia", termine coniato per l'occasione, che riempiono la bocca di falsi paladini della difesa dei diritti umani, che il carrozzone della perversione gender approda a Ragusa - dice Maria Borgia, coordinatrice provinciale di Forza Nuova e Pro Vita di Ragusa -. L'Italia è uno dei paesi più tolleranti. Non c'è bisogno di un concorso di bellezza con bambini in passerella. Anche molti omosessuali rifiutano le parate carnascialesche e l'aggressione alla famiglia naturale».

Secondo Forza Nuova non è un mero concorso di bellezza. Ma «gatta ci cova». «La fissazione delle Lgbt è sempre la stessa: i bambini, tanto da volerli a sfilare al fianco di trans, gay, lesbiche e bisex - accusa Forza Nuova -. Anime ingenue a cui mirano, cercando di plasmarne la psiche fino alla tanto agognata desessualizzazione». L'organizzatrice del concorso, Morgana Gargiulo, rimanda le accuse al mittente. «Nessun carrozzone della perversione gender né fenomeni da baraccone. Le ragazze che sfileranno hanno alle spalle un percorso di vita eterosessuale.

Niente di volgare o scandaloso. In passerella anche i miei nipoti, che vedono noi trans come donne normali. Non plasmo i cervelli dei bambini. Proprio perché amo i bimbi, aprirò una fattoria didattica per quelli con disabilità, senza chiedere fondi».

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