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Effetto SuperMario: calano gli sbarchi. Funzionano le intese con Libia e Tunisia ma le Ong insistono

Dopo le missioni di Draghi e Lamorgese si sono fermate le partenze dall'Africa, nonostante il bel tempo. Lampedusa stremata tira un sospiro di sollievo. Gli unici arrivi sono quelli legati alle organizzazioni che raccolgono clandestini

Effetto SuperMario: calano gli sbarchi. Funzionano le intese con Libia e Tunisia ma le Ong insistono

La strategia contro l'invasione messa in atto da Mario Draghi funziona. Almeno per quanto concerne le partenze di barconi da Libia e Tunisia. Negli ultimi giorni, nonostante il bel tempo, pochissimi sono stati gli arrivi autonomi di migranti sulle coste italiane. Gli unici sbarchi registrati sono quelli operati dalle Ong, con Sea Eye 4 che ha portato 418 clandestini a Pozzallo e Geo Barents di fronte alle coste libiche in attesa di un carico di esseri umani che, però, grazie al lavoro della Guardia costiera libica, non sta avvenendo.

L'impegno dei militari di Tripoli, adeguatamente addestrati dagli italiani, sta infatti portando i suoi frutti, nonostante le Organizzazioni non governative stiano provando a far passare un messaggio diverso.

Medici senza frontiere, che ha alcuni tra i leader indagati nell'inchiesta di Trapani, quattro giorni fa scriveva sui social: «Il nostro team Geo Barents ha visto la Guardia costiera libica intercettare un gommone a 22 miglia da Zuwara. Era successo anche ieri, con altre due navi libiche piene di persone senza giubbotti salvagente. Ma la Libia non è un porto sicuro». Il tutto mentre su internet circolano foto dei campi di detenzione per migranti, nel Paese nordafricano, in cui si vedono chiaramente gli ospiti giocare a calcio o pallavolo. Il partire clandestinamente in Libia è reato penale ed è quindi logico che la Capitaneria locale riporti indietro gli immigrati, anche in funzione degli accordi con il nostro Paese. D'altronde, il premier Draghi nel corso della sua ultima visita a Tripoli aveva dichiarato: «È un momento unico per la Libia, c'è un governo di unità nazionale legittimato dal Parlamento che sta procedendo alla riconciliazione nazionale. Il momento è unico per ricostruire quella che è stata un'antica amicizia». Un segnale chiaro sulle intenzioni. Un accordo che prevede benefits per gli amici libici, che si sintetizzano nella volontà «di riportare l'interscambio economico e culturale ai livelli di 5-6 anni fa», aveva aggiunto il presidente del Consiglio.

E pure il recente viaggio del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese in Tunisia pare iniziare a dare i primi risultati, anche se a qualcuno che la titolare del Viminale continui a incontrare i rappresentanti delle Ong sta dando fastidio. La Lega ha fatto intendere a più riprese che è l'ora di smetterla di concedere un porto sicuro alle navi dei soccorsi che prepotentemente si dirigono verso le coste italiane. Insomma, se ne vadano nel Paese di provenienza, visto che continuano a prevaricare puntando il dito contro le autorità italiane con la scusa di salvataggi che non sono che viaggi illegali in cui si mettono a rischio vite. Perché in Italia giusto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, paladino dell'accoglienza, può pensare di dare la cittadinanza onoraria a chi, con il suo operato, fa da pull factor delle partenze. E mentre a Lampedusa si tira un sospiro di sollievo per la diminuzione degli sbarchi, c'è chi come il segretario del Pd Enrico Letta sollecita più arrivi perché per lui serve più manodopera. Ma dovrà mettersi il cuore in pace anche lui, perché SuperMario pare sapere ciò che fa. Il suo operato per risolvere la questione ricalca molto quello di Silvio Berlusconi quando era premier. Grazie agli accordi con Libia a Tunisia in Italia all'epoca arrivavano pochissimi immigrati.

E forse il premier sta ascoltando anche Matteo Salvini che, nonostante sia ingiustamente a processo per i fatti di reati Open Arms, quando era ministro dell'Interno era riuscito a bloccare quasi del tutto i flussi, ridotti al minimo.

Dimostrazione che la linea intrapresa era ed è quella giusta.

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