«Riusciamo, pur tra mille difficoltà, a gestire i casi di contagio nelle città di Lagos, Abuja, Ibadan, Port Harcourt, Benin City e Kano, ma nel resto del Paese la situazione è fuori controllo. Secondo i dati in possesso non mi sento di escludere che il numero di contagiati sia superiore ai 2 milioni». È un vero e proprio grido d'allarme quello lanciato ieri dal ministro della salute della Nigeria, Osagie Ehanire, nel corso di un'intervista trasmessa dall'emittente di stato Tvc. Nelle zone rurali del Paese vivono circa 150 milioni di persone, nessuna tra loro disposta ad accettare il lockdown imposto dal governo. «È una questione culturale - commenta Jide Alao, sindaco di Apapa, località portuale di 200mila abitanti - viviamo all'aperto da sempre. L'isolamento non viene concepito». Un problema che non riguarda solo la Nigeria, ma che sta creando gravi conseguenze in tutte le nazioni della fascia sub-sahariana. Il governo di Abuja si è avvalso del sostegno di un team di specialisti di malattie infettive e respiratorie, terapia intensiva e cardiologi, proveniente dalla Cina.
L'accordo tra il presidente Buhari e l'omologo cinese Xi Jinping ha sollevato diverse critiche da parte dell'Associazione nazionale dei medici, così come dal principale partito di opposizione, il Pdp, che in una nota ha accusato il governo di aver consentito l'ingresso di medici provenienti dal focolaio della pandemia, esponendo i cittadini a ulteriori pericoli. L'Oms sta lavorando con i governi di tutto il continente nero per ampliare le proprie capacità in aree di risposta critica come coordinamento, sorveglianza, isolamento, gestione dei casi, prevenzione e controllo delle infezioni. Ghana, Kenya, Etiopia, Egitto, Marocco e Tunisia hanno esteso i test nazionali a più laboratori, consentendo esami decentralizzati.
Intanto il numero di casi confermati di Covid-19 è salito a oltre 12mila unità e ha causato oltre 600 morti. Sono però gli ultimi dati della John Hopkins University e non collimano con le affermazioni e i conteggi delle singole nazioni, dove per altro vivono milioni di persone neppure registrate all'anagrafe. Tra i deceduti l'ex presidente della Repubblica del Congo, Jacques Yhombi-Opango, e l'ex primo ministro somalo Nur Hassan Hussein. Soltanto Lesotho, Comore e São Tomé e Príncipe (in tutto 3 milioni di abitanti) risulterebbero immuni dai contagi.
Dopo il Sudafrica, che si è mosso con largo anticipo, altri governi stanno imponendo misure più restrittive. In Kenya il presidente Kenyatta ha vietato i viaggi dentro e fuori Nairobi, Mombasa e Garissa per almeno tre settimane.
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