La misura ideata dal premio Nobel che fa lievitare gli stipendi bassi

Il reddito di cittadinanza M5s invece costerebbe oltre 130 miliardi

La misura ideata dal premio Nobel che fa lievitare gli stipendi bassi

Roma - Il reddito di dignità, ha sempre dichiarato Silvio Berlusconi, è una misura «perfettamente sostenibile», al contrario della proposta grillina del reddito di cittadinanza «perché i conti che molti hanno fatto indicano che costerebbe una cifra di 130 miliardi che il bilancio italiano non potrebbe sopportare».

Le sottolineature del Cavaliere, tuttavia, non hanno impedito al candidato premier pentastellato, Luigi Di Maio, di attaccare il leader azzurro. «Per 5 anni Forza Italia ha votato contro il reddito di cittadinanza. Oggi Berlusconi dice che è quello che serve per l'Italia. Lo chiama reddito di dignità solo per nascondere che ci sta copiando», la replica al veleno dopo l'intervista a R101.

Eppure le due proposte sono ideologicamente e sostanzialmente differenti. Mentre il reddito di cittadinanza è un sussidio diretto di massimi 800 euro mensili destinato a tutti coloro le cui entrate sono al di sotto della soglia dei 780 euro mensili, il reddito di dignità berlusconiano si fonda sul concetto di negative income tax (imposta sui redditi negativa) teorizzato dal premio Nobel Milton Friedman. In pratica, per tutti coloro che non raggiungono un livello minimo di reddito prestabilito (a seconda del luogo di residenza e del nucleo familiare, in media mille euro) lo Stato trasforma il debito fiscale in un credito erogando soldi anziché prendendoli.

Forza Italia e l'intero centrodestra ancora non hanno formalizzato la proposta in un programma elettorale (al quale sta lavorando, come anticipato dal Giornale il think tank del Centro studi del Pensiero liberale), tuttavia si possono formulare due ipotesi in base alle parole di Berlusconi. «In Italia ci sono 4 milioni e 750mila persone che vivono in fasce definite di povertà più assoluta», ha detto l'ex presidente del Consiglio manifestando l'intenzione di integrare direttamente il reddito di quel tipo di nuclei familiari. Per gli altri 10 milioni di italiani che si trovano in condizione borderline, invece, è pensabile che la ricetta friedmaniana possa applicarsi alla lettera: lo Stato non erogherebbe l'importo mancante al conseguimento del reddito di sussistenza, bensì l'imposta che quei soggetti dovrebbero pagare (anche se nei piani berlusconiani è prevista una no tax area fino a 10mila euro) se avessero un reddito di sussistenza tassato ad aliquota minima.

Osservato in questa prospettiva il costo della proposta berlusconiana diventa assai più conveniente rispetto all'analogo progetto grillino.

Il presidente Istat, Giorgio Alleva, infatti quantificò in circa 17,5 miliardi il costo del reddito di cittadinanza circoscritto a sole 2,7 milioni di famiglie causa bonus 80 euro di Renzi (che vale circa 10 miliardi). Anche in versione smart gli M5s si avvicinano a 30 miliardi, spendendo più del Cav.

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