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"Il modello italiano ha fatto vittime e danni. Draghi? Ci può salvare"

Il sociologo: "Un governo di struzzi che ha nascosto la testa per non ammettere gli errori"

"Il modello italiano ha fatto vittime e danni. Draghi? Ci può salvare"

Professor Luca Ricolfi, lei Conte e i suoi ministri li definisce un governo di «struzzi e incapaci». Perché struzzi?

«Perché, nei momenti cruciali, e in particolare ai primi di ottobre, hanno nascosto la testa sotto la sabbia, pur di non ammettere che l'epidemia stava ripartendo».

Sono riusciti ad affossare l'economia italiana senza neppure evitare la seconda ondata, anzi già si prevede la terza. Eppure lei, dati alla mano, dimostra che era evitabile e che molti paesi infatti l'hanno evitata. Perché l'Italia non ne è stata capace?

«Ci sono due piani di risposta possibili. Su un piano, potrei dirle: perché siamo governati da una classe politica presuntuosa e miope, priva di ogni rispetto per la cultura e il mondo della ricerca. Ma su un altro piano le dico: un bel pezzo di responsabilità ce l'ha il mondo dell'informazione. Se le corazzate dell'informazione (grandi quotidiani e tv pubblica) avessero tallonato questo governo con la stessa solerzia con cui a suo tempo tennero nel mirino le avventure erotiche di Berlusconi, certi errori e certe omissioni, che sono costate migliaia di morti e decine di miliardi di Pil, non sarebbero state commesse. E il mito del modello italiano sarebbe evaporato in un nanosecondo, anziché alimentare autocompiacimento e inerzia. Anziché perdere tempo ad autolodarci, avremmo studiato i paesi che ce l'avevano fatta, a partire da Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Corea del Sud».

Questo metodo dei giorni rossi, arancioni e gialli, per gestire il periodo natalizio, l'ha convinta? O è l'ennesimo pasticcio?

«L'oggettività del procedimento è fittizia, perché le regole di decisione non sono completamente formalizzate, e soprattutto perché molti dati sono sbagliati (pensi alle continue rettifiche dei dati della Protezione Civile), o manipolati dalle Regioni per pilotare il passaggio da un colore all'altro. Ma lei lo sa che, da quando è stato inaugurato quel sistema, il numero di soggetti testati con i tamponi, che doveva essere aumentato, è invece stato dimezzato? Nel mio libro, tra le altre cose, calcolo gli effetti catastrofici che un dimezzamento dei tamponi può esercitare sulla mortalità».

Se dovesse assegnare il primato del peggiore, a chi lo darebbe? Conte, Speranza, Zingaretti, Azzolina, Di Maio, Arcuri, il Cts? Una scelta ardua, non c'è dubbio.

«Sarei tentato di dire Conte, o Arcuri, ma invece dico Speranza. Perché non si può avallare tutte le scelte sciagurate di questo governo, a partire dal lockdown tardivo di novembre, e poi mandare in televisione Ricciardi a dire che loro due avrebbero fatto diverso, e non sono stati ascoltati. Se tu sei il ministro della salute, e ti rendi conto che il tuo governo sta portando il paese al disastro, hai il dovere di dirlo esplicitamente, e dimetterti se non sei d'accordo. La sensazione è che alcuni dei responsabili delle scelte sbagliate di questi ultimi tre mesi si stiano precostituendo una verginità retroattiva, in vista del momento in cui qualcuno dovesse presentare il conto».

I parenti delle vittime hanno iniziato una causa civile contro lo Stato. Secondo lei c'è stata una responsabilità diretta delle istituzioni nella morte di decine di migliaia di persone?

«Sì, c'è stata una responsabilità, che poi sia diretta o indiretta è una questione nominalistica. Nel mio libro sulla gestione dell'epidemia (in uscita il 14 gennaio per la Nave di Teseo, ndr) fornisco sia una stima dei costi umani sia una stima (meno precisa) dei costi economici».

Secondo lei che probabilità ci sono che Conte cada nel 2021 e che si vada verso un governo di salvezza nazionale, per gestire i fondi in arrivo dalla Ue, magari guidato da Draghi?

«Finché Mattarella non si convince di aver commesso un errore fatale nulla cambierà».

Si inizia a mettere in questione la legittimità dei dpcm, con cui Conte governa da marzo limitando drasticamente le libertà dei cittadini. Lei che ne pensa?

«Non sono un giurista, ma come sociologo osservo una cosa: l'Italia è il paese in cui il potere politico riesce sistematicamente ad aggirare la sostanza delle regole e delle leggi. Se così non fosse, non avremmo decreti legge dove non c'è né necessità né urgenza, i risultati dei referendum non verrebbero elusi, e lo stato di emergenza non sarebbe maneggiato con leggerezza».

Oltre al fallimento sanitario, c'è anche il disastro economico. Le sembra che le misure previste dal governo nella legge di Bilancio siano in grado di risollevare l'Italia?

«Troppo tardi, quel che andava fatto andava iniziato 6 mesi fa. Una volta avviata, la deriva assistenziale non la fermi più».

Stanno realizzando una società parassita di massa?

«É quel che sostengo da maggio, inutilmente».

Il reddito di cittadinanza è stato un enorme fallimento. Non sarebbe da abolire immediatamente?

«Sì, ma andrebbe sostituto con una misura di reddito minimo funzionante: il numero dei veri poveri sta aumentando».

Dall'Europa arriveranno molti miliardi di euro. Il governo sarà in grado di sfruttare questa occasione storica o la sprecherà in nuova spesa improduttiva?

«Dipende da chi li gestirà. L'ottimo sarebbe una gestione Draghi, il peggio una gestione Conte. In mezzo tutte le altre varianti, compreso un governo di centro destra.

Perché prima o poi il nodo del debito pubblico verrà al pettine, e con una classe politica così solo Draghi può dare garanzie credibili ai mercati finanziari».

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