La moglie lo lascia, lui uccide la figlia

Un padre accoltella le sue due bambine: una muore, l'altra è grave. Disarmato dagli altri due figli

La moglie lo lascia, lui uccide la figlia

Catania Accoltellate nel sonno dal loro papà. Laura, la più piccola, di soli 12 anni, è morta nel tragitto verso l'ospedale. Marika, di 14, è in prognosi riservata. La tragedia della follia omicida si è consumata a San Giovanni La Punta, nel catanese. Le due sorelline dormivano serene nel lettone col papà. Alle 7 del mattino, essendo in vacanza, non si erano ancora alzate.

Il papà, Roberto Russo, 47 anni, venditore ambulante, è andato in cucina, ha preso due grossi coltelli e ha infierito su Laura. Le urla della piccola hanno fatto sobbalzare dal letto Marika che ha cercato di proteggere la sorella dal papà che con freddezza si è scagliato anche contro di lei. Marika si è difesa, ma inutilmente. È stata raggiunta da due fendenti. Il più grave le ha reciso l'arteria mammaria e un polmone è collassato.

A fermare Roberto sono stati gli altri due figli: Andrea ed Emanuele, di 22 e 15 anni, richiamati dalle urla delle sorelline. Si sono avventati sul papà per disarmarlo. Il più grande è rimasto lievemente ferito. In aiuto è arrivato lo zio, fratello di Roberto, che abita nello stesso stabile di via della Regione n. 140. Anche lui si è ferito, ma non è grave. Subito dopo l'accaduto, forse in un momento di lucidità, Roberto si è conficcato la lama nel ventre.

La mamma, Giovanna Zizzo, 43 anni, da qualche giorno si era trasferita dai suoi genitori dopo 23 anni di matrimonio. Potrebbe essere questa la goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo. Roberto due anni fa era stato licenziato per esubero da un'azienda della grande distribuzione. «Aveva cercato un altro lavoro - dicono i vicini increduli -. È deprimente per un padre non potere fare la spesa per i figli. E così si è arrangiato a fare l'ambulante». È stata una telefonata a informare la donna della tragedia. È sotto shock.

Le condizioni di Laura sono apparse subito gravissime agli operatori del 118 chiamati dai due fratelli, che si sono rivolti ai carabinieri del comando provinciale di Catania. La ragazzina era ancora viva quando è stata trasferita in autoambulanza. Inutile però la corsa verso l'ospedale Cannizzaro di Catania. È deceduta durante il tragitto.

La sorellina è stata trasportata d'urgenza all'ospedale Garibaldi, dove ha ricevuto le prime cure dall'equipe medica del Pronto soccorso, diretta dal primario Giuseppe Ciampi. È stata sottoposta a delicato intervento chirurgico. Le condizioni sono gravi, ma dal nosocomio trapela ottimismo. È in Rianimazione e la prognosi è riservata.

L'omicida è stato operato al «Cannizzaro» e non è in pericolo di vita. È piantonato h24 dai carabinieri che, appena possibile, lo sentiranno. È accusato di omicidio e tentato omicidio aggravati. I Ris di Messina hanno rinvenuto un biglietto di scuse. La Procura mantiene il massimo riserbo. Potrebbe celarsi là dentro il suo dramma.

Rilevante anche un messaggio lasciato il 22 luglio su Fb: «Gente si sbatte per avere un lavoro e gente che dorme tanto il suo futuro è già assicurato».

Sullo sfondo disoccupati davanti a un fuoco e politici che dormono sugli scranni. Di tutt'altro genere i post lasciati da Marika, che viveva felice. Il 2 luglio a commento di una foto con la sorellina ha scritto: «La mia vita sei tu».

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