Coronavirus

"È il momento di riaprire". Via al balletto delle date

Speranza possibilista. Salvini dice 19, Tajani 20, road map Pd. Gelmini: si decide dopo il 15

"È il momento di riaprire". Via al balletto delle date

«Peggio di questa crisi c'è solo il dramma di sprecarla» dice il ministro della Salute, Roberto Speranza, citando Papa Francesco. Dopo l'attestazione pubblica di stima di Draghi, il ministro che tutti identificano con il rigore estremo pronuncia la fatidica parola «riaperture», pur con tutte le cautele del caso: «percorso graduale», rispetto delle «misure messe in campo» e «accelerazione della campagna di vaccinazione». Insieme al cambio di colore per molte regioni, è un segnale positivo per persone e attività economiche in sofferenza, anche se «il numero delle vittime è impressionante» e «no a scelte avventate», come ricorda anche il dem Francesco Boccia.

«Chi vaccinerà prima riaprirà prima, maggio è il mese della ripartenza» sostiene Mariastella Gelmini, ministro degli Affari regionali. Prevede: «Tra il 15 e il 20 aprile si ragionerà su che cosa aprire, compatibilmente con contagi e vaccini». Dopo che Draghi ha parlato di «prossime settimane di riaperture, non di chiusure» e di «un piano per fiere e eventi», l'attenzione è al quando e al come si potrà gradualmente, e in sicurezza, ripensare a assaggi di normalità.

Si aspetta di andare a regime con i 500mila vaccini al giorno, ma ipotizzare la data del semaforo verde è già un tormentone politico. A partire dal 2 giugno, Festa della Repubblica, indicata dal ministro del Turismo Massimo Garavaglia come il giorno di inizio della stagione estiva tanto attesa dagli operatori del settore. In realtà l'anno scorso le spiagge aprirono il 18 maggio, così sono in molti a sperare in un anticipo.

Matteo Salvini ipotizza il 19 aprile per le riaperture. «Se lunedì i dati vanno bene e se andranno bene anche il lunedì successivo, per me si può procedere» dice e ipotizza il 30 giugno «come presumibile data in cui sia vaccinata la maggior parte della popolazione italiana». Il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, chiede a Draghi «un piano per le riaperture a partire dal 20 aprile» per le attività che possono essere svolte in sicurezza, specie all'aperto, a partire dalle aree del Paese che torneranno gialle.

La «road map» per la ripartenza e le «riaperture ragionevoli» sono state anche al centro dell'incontro tra il segretario del Pd, Enrico Letta, e il leader della Lega Salvini, così come l'importanza del futuro decreto Imprese, che già nel nome porta una traccia di ritorno alla normalità. Se il Pd preferisce non dare date, terreno comune tra i due è stato sia il principio che «appena i numeri lo consentono bisogna riaprire» che il decreto Imprese, con «strumenti non solo per ristorare ma per riprogrammare la ripresa dopo la fine dell'emergenza».

Ma non sono tutte notizie positive. Secondo il 47° Instant report Altems Covid-19 l'Italia è ancora lontana dall'obiettivo fissato dall'Ue per il 22 settembre: il 70% della popolazione adulta vaccinata. A ieri sarebbe stato vaccinato solo il 12,53% dell'obiettivo dei circa 29 milioni di italiani, pari a 3 milioni 593.223 persone. D'altra parte, in base a dati forniti dal sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè, nel mese di marzo è quadruplicata la percentuale di italiani vaccinati. Ora più che mai, tutto dipende dal successo della stretta vaccinale impressa da Draghi.

Anche la festa delle riaperture.

Commenti