Cronache

Per il "Mondo di mezzo" tornano condanne dure. Colpiti Buzzi e Carminati

Sentenza senza accusa di mafia: 12 anni al ras delle coop, 10 all'ex Nar. Il legale: niente cella

Per il "Mondo di mezzo" tornano condanne dure. Colpiti Buzzi e Carminati

È la nuova versione del Mondo di Mezzo senza mafia, dopo che la Cassazione aveva fatto cadere l'accusa più grave: 10 anni a Massimo Carminati e 12 anni e 10 mesi a Salvatore Buzzi. È finito così il processo d'appello bis di Mafia Capitale, ridimensionato dai supremi giudici nell'ottobre del 2019.

Nessuna aggravante mafiosa, era stato stabilito, ma solo una «sistematica corruzione» perpetrata attraverso due distinte associazioni a delinquere. Di qui la necessità di rideterminare la pena dell'ex militante dei Nar e del ras delle cooperative. Oltre a quelle degli altri imputati, una ventina in tutto.

La sentenza della prima Corte d'appello di Roma è arrivata a 18 mesi dalla pronuncia della Cassazione, che ha di fatto scardinato l'impostazione della Procura di Roma e a 7 anni dalla clamorosa inchiesta che ha scoperchiato gli affari illeciti di un gruppo malavitoso che puntava agli appalti pubblici. Beneficiando della capacità intimidatoria di Carminati, detto il Cecato, ex terrorista di destra, uscito indenne da tutti i processi della sua lunga carriera, il gruppo avrebbe condizionato per anni politica e aziende municipalizzate. Il procuratore generale Pietro Catalani aveva chiesto per Carminati undici anni e un mese e per Salvatore Buzzi 12 anni e 8 mesi.

Adesso i due principali imputati di quella che ormai non è più appropriato chiamare Mafia Capitale, sono tornati in libertà per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Carminati è stato scarcerato il 16 giugno e ha lasciato il carcere di Oristano dopo aver trascorso gran parte dei 5 anni e 7 mesi della sua detenzione al 41 bis. Per lui è stato disposto l'obbligo di dimora nel comune di Sacrofano, vicino Roma, dove ha sempre abitato. Sempre a giugno è stato scarcerato anche Buzzi, anche lui per decorrenza dei termini.

In aula, alla lettura della sentenza, era presente Virginia Raggi. «Mafia Capitale - ha commentato la sindaca - è stato uno dei capitoli più bui della storia della nostra capitale: sono stati calpestati i diritti dei cittadini e questo è stato riconosciuto. Io credo sia fondamentale il lavoro di ricostruzione che stiamo facendo. Un lavoro che parte dalla ricostruzione delle macerie, fatto di bilanci puliti e regolari, appalti legali e trasparenza. I cittadini romani meritano questo. E io lo so, sono scomoda, perché porto avanti questo percorso. Però non si può assolutamente tornare indietro. Dobbiamo garantire a Roma queste condizioni di legalità, trasparenza e regolarità. Veramente i romani lo meritano».

L'avvocato di Carminati, Cesare Placanica, si mostra soddisfatto: «Con questa sentenza il mio assistito è sotto il limite che consente una misura alternativa e quindi potrebbe non tornare più in carcere», dice. Mentre Buzzi appare colpito dall'entità della pena, che rimane pesante anche senza l'aggravante mafiosa. «È stata una condanna molto più dura di quanto ci aspettavamo perché ha considerato più grave il reato di associazione a delinquere semplice. Il pg aveva chiesto 12 anni e 8 mesi. Faremo ricorso nuovamente in Cassazione. Comunque meglio dei 18 anni della volta scorsa».

I giudici hanno definito le posizioni degli altri imputati con un concordato fra le parti. Cinque anni e 6 mesi all'ex consigliere comunale Luca Gramazio e 3 anni e 6 mesi all'ex ad di Ama Franco Panzironi. Via libera alle pene concordate anche per Riccardo Brugia (6 anni) e Fabrizio Franco Testa (5 anni e 6 mesi).

Assolto invece Angelo Scozzafava.

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