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Il monito di Mattarella ai partiti: "Necessari rispetto e tolleranza. Primo nemico è il lavoro che manca"

Il presidente della Repubblica, in occasione degli auguri di fine anno alle alte cariche dello Stato, ha parlato di futuro, di lavoro e ha citato Aldo Moro: "Una società attraversata da lacerazioni profonde corre dei rischi"

Il monito di Mattarella ai partiti: "Necessari rispetto e tolleranza. Primo nemico è il lavoro che manca"

Nel suo messaggio di auguri di Natale e di fine anno destinato all'incontro con le alte cariche dello Stato al Quirinale, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella è stato chiaro e tra i primi punti ha voluto affrontare il tema delle divisioni. "Sappiamo che la politica comporta anche scontri", ha dichiarato il capo dello Stato che, citando Aldo Moro, ha aggiunto che oggi serve "la comune accettazione di essenziali ragioni di libertà, di rispetto e di dialogo". E ha parlato anche di una "società attraversata da lacerazioni profonde", che corre un "grave pericolo" e ha ricordato: "Chi riveste ruoli istituzionali deve avvertire la respnsabilità di farlo in nome e per conto di tutti i cittadini".

"L'essenza della democrazia richiede rispetto"

Mattarella si è poi soffermato sull'importanza del bene comune, che appartiene a tutti "nessuno escluso", e ha sottolineato l'importanza del ruolo di chi amministra la cosa pubblica: "Chi è chiamato al compito di governare esprime certo gli orientamenti della maggioranza, ma con il dovere di rispettare e garantire la libertà e i diritti degli altri, delle minoranze. Questa è l'essenza della democrazia, che richiede rispetto reciproco".

"Il nemico? Il lavoro che manca"

Il presidente della Repubblica, poi, ha indicato alle forze politiche anche i "nemici" da sconfiggere e ha individuato nella disoccupazione il primo avversario. "La prolungata fase di debolezza dell'economia ha inciso pesantemente sull'apparato produttivo del nostro Paese, con pesanti conseguenze occupazionali e gravi fenomeni di disgregazione sociale. Ecco la missione per cui combattere il nemico da sconfiggere insieme: il lavoro che manca, quel lavoro indicato come fondamento della nostra Repubblica", ha dichiarato il capo dello Stato.

"Il futuro è già qui"

Mattarella, annoverando tra i problemi sociali anche i mutamenti climatici già e in atto e le trasformazioni digitali, si è quindi soffermato a parlare di futuro, visto spesso come un "domani lontano, cui non dedicare grande attenzione oppure che giungerà all'improvviso" e a proposito di questo ha dichiarato: "Il futuro è già cominciato e scrive sulle pagine del nostro presente. Il futuro ci riguarda già oggi, perché sta cambiando le nostre vite. Questa consapevolezza deve interpellare anche chi assume responsabilità politiche istituzionali di governo e chi dall'opposizione vi si confronta". Il presidente della Repubblica ha spiegato che preparare il futuro, cominciando a viverlo, significa non ignroare "quel che si trasforma attorno a noi" e ha aggiunto: "Alzare lo sguardo dalle emergenze del presente non significa in alcun modo parlare d'altro.

Significa, al contrario, indicare la cornice e un metodo in base ai quali adoperarsi per risolvere i tanti problemi, anche gravi che ancora attendono soluzioni, guardando oltre il contingente e la mera ricerca di consenso".

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