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Monta l'odio, molotov contro il consolato Usa

Notte di paura a Firenze per l'atto incendiario di ignoti. Sospetti sui legami con le manifestazioni pro-Palestina

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C'è chi soffia di continuo sul fuoco. E chi, alla fine, scatena per davvero le fiamme. In un clima di crescente tensione, a Firenze la scintilla dell'odio si è innescata nella notte del primo febbraio scorso. Attorno alle ore quattro, delle bottiglie incendiarie sono state scagliate contro il Consolato degli Stati Uniti d'America.

A compiere il gesto, secondo quanto ricostruito, sarebbero state «più persone» con il volto probabilmente travisato. Gli ordigni rudimentali non hanno procurato danni all'edificio e sono esplosi in strada, lasciando i segni delle fiammate sull'asfalto.

Sul posto sono subito intervenuti i carabinieri, allertati dal personale della sede diplomatica. Il gesto ha fatto innalzare i livelli d'allerta, anche alla luce della tesissima situazione geopolitica internazionale e dei suoi riflessi sul nostro Paese. Pur non essendoci al momento informazioni sulla matrice della minacciosa azione, molti hanno ipotizzato un accostamento tra l'episodio e le istanze antiamericane e antioccidentali dei cortei pro-Palestina animati da antagonisti e centri sociali. In città, a manifestare sdegno per quanto accaduto è stato innanzitutto il sindaco Dario Nardella, che ha parlato di «gesto grave e inqualificabile», esprimendo vicinanza al console americano Daniela Ballard.

Il lancio di bottiglie incendiarie «è un fatto criminale di una gravità inaudita, estremisti politici violenti non devono avere alcuna copertura», ha invece reagito il deputato toscano di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli. E l'eurodeputata leghista Susanna Ceccardi gli ha fatto eco: «Mi auguro che gli estremisti responsabili di questo atto inqualificabile siano quanto prima individuati e puniti».

Dal centrodestra, anche il coordinatore regionale di Forza Italia, Marco Stella, ha espresso preoccupazione. «C'è un clima di odio avvelenato dall'ideologia, che mette nel mirino gli Usa, Israele, la democrazia, e che vorrebbe farsi strada con il ricorso alla violenza. Noi sappiamo da che parte stare».

Ben più sporadiche invece le reazioni arrivate da sinistra: Europa Verde ha condannato l'episodio come «da non sottovalutare», in quanto «non è così che si risolvono le tensioni e i conflitti».

Meno male. Ma non si sono registrate reazioni particolarmente corali e a tacere è stato soprattutto il movimentismo rosso, quello che nelle piazze ostenta il proprio odio contro l'Occidente, talvolta anche con la tacita approvazione dei progressisti più moderati. Ieri a Firenze, domani chissà: mentre si consuma una progressiva escalation di violenza, quel perdurante silenzio rischia di alimentare pericolose sacche di consenso nei confronti di chi soffia sulle braci ardenti dell'ideologia estremista. Chi tace acconsente, si dice di solito. E la sola ipotesi che questo accada inquieta non poco.

Mette paura.

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