Guerra in Ucraina

Montanari sulla stessa linea di Orsini: così critica il governo italiano

Lo storico dell'arte Tomaso Montanari attacca il governo italiano in quanto, a suo dire, appiattito sulle posizioni americane e rivendica il diritto ad avere paura dell'arrivo di una terza guerra mondiale nucleare

Montanari sulla stessa linea di Orsini: così critica il governo italiano

“Mandare armi rischia di farci entrare in guerra”. Tommaso Montanari come Alessandro Orsini. Il noto storico dell'arte, intervistato dall'Adnkronos, ritiene che armare l'Ucraina possa facilitare lo scoppio di un terzo conflitto mondiale.

“Nel film 'Don't Look Up' tutti i governi del mondo negano che sta per arrivare sulla terra un meteorite per evitare il panico. E la gente comincia a crederci solo quando lo vede nel cielo, ma a quel punto è troppo tardi. Per la terza guerra mondiale vale lo stesso”, dice Montanari che invata alla mobilitazione di piazza in nome della pace. Il rettore del'Università per stranieri di Siena si scaglia contro “la strumentalizzazione del passato” che definisce “fuorviante” dal momento che gli Alleati, quando inviarono le armi ai partigiani, erano già in guerra contri i nazisti. Noi, invece,“neppure ci vogliamo entrare perché non è il bene dell'Ucraina e non è il bene del mondo”. Secondo Montanari “è una follia” fare la guerra “da tutti e due i lati, da una parte con le armi e dall'altra con i soldi”. Lo storico non capisce come si possa stare al fianco degli ucraini“e contemporaneamente non essere disposti ad abbassare di 1 grado il riscaldamento”. E ancora:“Dove sono i nostri famosi valori? Noi non vogliamo nessun danno neppure all'economia, mentre loro devono morire?", si chiede Montanari che il prossimo 2 maggio parteciperà a un'iniziativa al Teatro Ghione di Roma promossa da Michele Santoro sul conflitto russo-ucraino.

"Dietro l'appello per la pace non c'è una posizione unica, c'è una convergenza di fondo sull'idea fondamentale che la pace è in sé irrinunciabile, che la guerra non è mai un mezzo per raggiungere un risultato e che, quindi, per quanto sia inalienabile il diritto degli ucraini di difendersi”, spiega ancora lo storico dell'arte, preoccupato che una guerra nucleare sia imminente. Montanari ritiene che “l'Italia sia del tutto assente” dal punto di vista diplomatico e che il pallino sia in mano degli Stati Uniti. Il rettore toscano ricorda, inoltre, come l'articolo 11 della Costituzione sancisca che “la guerra sia un mezzo mai utilizzabile". "Gli americani, invece, la guerra la utilizzano”, osserva lo storico dell'arte che cita quanto scritto da Lucio Caracciolo, ossia“che l'impero americano sta facendo la guerra ai russi fino all'ultimo ucraino”. Ma, ricorda Montanari, la nostra Costituzione ci impedisce di seguire la strategia americana e seguirla non sarebbe nell'interesse nostro e dell'Europa perché “la guerra non è a casa loro, ma è a casa nostra!". In realtà, per fortuna, non c'è alcun conflitto in territorio italiano. Se ci fosse, saremo legittimati all'uso della forza. Ma non solo. L'invio di armi a un Paese in difficoltà non è in alcun modo una dichiarazione di guerra tant'è vero che nessun soldato italiano è in suolo ucraino. Montanari, infine, respinge l'accusa di chi sostiene che la sua sia “una posizione da salotto” e contrattacca: “è una posizione da salotto anche quella di chi manda gli ucraini a farsi massacrare restando a casa propria”. E ancora:“Chi dice che vuole la guerra, la vuole con i corpi degli altri.

Chi dice che vuole la pace, la vuole per i corpi degli altri”, chiosa Montanari che rivendica “il diritto ad avere paura”.

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