Politica

Montanelli imbrattato e il delirio «rosa»

Le femministe rivendicano il gesto. A Perugia se la prendono con Ramelli

Marta Bravi

Milano «Per la Repubblica si tratta di vandalismo, per noi invece è una doverosa azione di riscatto». Così il collettivo femminista Non Una di Meno rivendica l'imbrattamento con vernice rosa della statua dedicata a Indro Montanelli, nei giardini che portano il suo nome, avvenuta due giorni fa a Milano durante il corteo per l' 8 marzo. Ieri su Facebook, gli organizzatori della marcia spiegavano: «Queste le parole di Montanelli a proposito della sua esperienza coloniale: Aveva dodici anni... a dodici anni quelle lì erano già donne. L'avevo comprata dal padre a Saganeiti assieme a un cavallo e a un fucile, tutto a 500 lire. Era un animaletto docile, io gli misi su un tucul con dei polli. E poi ogni quindici giorni mi raggiungeva dovunque fossi assieme alle mogli degli altri ascari...arrivava anche questa mia moglie, con la cesta in testa, che mi portava la biancheria pulita. Sono questi gli uomini che dovremmo ammirare? Abbiamo scioperato anche per quella bambina, stuprata e fatta schiava nel segno della superiorità della razza italica. La marea femminista fa la Storia presente e riscrive quella passata».

«Complimenti» per il gesto arrivano dai Sentinelli, gruppo impegnato contro le discriminazioni e tra gli organizzatori della marcia People: «Ieri sera durante il corteo femminista la statua di Indro Montanelli è diventata rosa, a coprire il nero delle cose orribili fatte in vita. Per non dimenticare. Complimenti Non Una di Meno». Non è la prima volta che la statua del giornalista viene presa di mira, ricorda l'associazione degli Amici dei Giardini Montanelli. «La statua va messa in sicurezza al più presto, così come pure tutte le altre opere d'arte che ci sono ai giardini - il loro appello-. Ci sono ben 4 telecamere intorno alla Casa dell'acqua da poco installata, ma intorno alle statue no: è così che ognuno può vandalizzare senza problemi».

Il giorno della festa delle donne però episodi di vandalismo non si sono verificati solo a Milano, ma, per esempio, anche a Perugia dove le «compagne» hanno imbrattato la rotatoria dedicata a Sergio Ramelli, il militante del Fronte della Gioventù, ucciso nel 1975 a Milano in un agguato dei militanti della sinistra extraparlamentare legati ad Avanguardia Operaia. «Poverette fuori tempo massimo, disadattate senza dignità che si sentono forti offendendo la memoria di una ragazzo di 19 anni brutalmente assassinato dai loro degni compagni antifascisti di ieri, figli della cultura dell'odio e della distruzione.

Non vale la pena sprecare parole per queste poverette che pagano già la loro viltà, con una vita inutile ed insulsa fatta di odio e rancore», è scritto sul sito dedicato a Ramelli, dove scompaiono le foto dei cartelli imbrattati con scritte fatte con bombolette spray di colore rosa nella rotonda tra via del Giochetto e via del Favarone, intitolata al giovane missino dalla giunta Romizi.

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