Roma Fu un avvocato del Missouri il primo inquilino di Villa Taverna che ospita adesso il nuovo presidente americano Donald Trump. Samuel Miller Breckinridge Long vantava una ventennale amicizia con Franklin Delano Roosvelt, che lo spedì nel 1933 nella Città Eterna perché incuriosito dal programma di opere pubbliche annunciate da Mussolini. Fu lui a sceglierla come residenza, insoddisfatto dell'appartamento sempre nel quartiere Ludovisi. La villa appariva maestosa e sobria, circondata da un grande parco. Nelle notti silenziose si poteva riconoscere il barrito di un elefante o il ruggito di uno dei grossi felini ospiti dello zoo che dista un centinaio di metri. A separarli soltanto via Aldrovrandi. Un giardino all'italiana che nel tempo è divenuto famoso ben più della vigna (detta la Pariolina) che preesisteva alla villa e che nel sedicesimo secolo era stata donata dal papa Gregorio XIII al Collegio germanico. La villa perse i suoi nuovi inquilini a stelle e strisce soltanto durante il periodo bellico. Per un biennio (1942-'43) fu adattata a ospedale per ufficiali. Poi, grazie anche agli uffici dell'Ordine dei cavalieri di Malta (di cui facevano parte i conti Borromeo Taverna già proprietari dell'immobile), tornò nella disponibilità del governo americano. Fu durante la celebre stagione della Hollywood sul Tevere che villa Taverna visse la sua stagione di più intensa mondanità. Ospite frequente, per esempio, fu Audrey Hepburn che avrebbe poi scelto anche lei di fare di Roma la sua residenza. Una mondanità che non ammorbidiva, però, gli obiettivi ultimi di Clare Booth Luce, la prima donna ambasciatrice di un grande Paese. Gli italiani rimasero (ma solo per poco) spiazzati dalla scelta. Famosa soprattutto per il suo fervido anticomunismo, la Booth Luce non fu fortunata come inquilina di Villa Taverna. Soltanto quando il suo mandato era agli sgoccioli (1955) si accorse che il suo malessere progressivo (perdita di capelli, astenia e pallore) derivavano proprio dall'intonaco della villa. Nei celebri affreschi di Carlo Busiri Vici furono infatti trovate tracce di arsenico. Tra i suoi ospiti anche Tyron Power e Linda Christian che animarono la Città Eterna con il loro sontuoso e scenografico matrimonio nel 1949. Un matrimonio che lanciò nel mondo della moda Micol Fontana. Tanto che un altro ospite della villa (l'allora giovane senatore del Massachussets John Kennedy) le sorelle Fontana se lo ritrovarono nel 1955 alla porta del loro atelier di piazza di Spagna. E furono i problemi di schiena dell'ormai presidente Kennedy a spingere il nuovo ambasciatore Frederick Reinhardt a far installare nel 1963 una piscina. Fu, poi, un'altra donna a scrivere una delle pagine più importanti della storia della villa: la nobildonna veneziana Danielle Luzzato, moglie dell'ambasciatore Richard Gardner. Durante la crisi degli anni di piombo e dell'uccisione di Aldo Moro fu lei «sdoganò» l'intellighentia di sinistra. A parte il politico Giorgio Napolitano, furono ospiti a Villa Taverna anche Alberto Moravia e Renato Guttuso.
Cui facevano da contraltare Gianni Letta, Leonardo Sciascia e Gustavo Selva. Villa Taverna ha fatto da cornice anche a una delle ultime uscite pubbliche di Monica Vitti, invitata dall'allora first lady Hillary Clinton nel 1994.
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