Fu un incidente, una tragica fatalità, la morte di Paola Caputo, la giovane di 23 anni, che perse la vita la notte tra il 9 e il 10 settembre del 2011 durante un gioco erotico in un garage a Roma. Lo ha deciso la Corte di Cassazione che ha confermato la condanna a tre anni di reclusione, per omicidio colposo, inflitta dalla prima Corte d'assise d'appello di Roma all'ingegnere 48enne Soter Mulè.
La Caputo era morta soffocata dal cappio che aveva intorno al collo mentre un'amica, che aveva preso parte alla pratica dello shibari (arte erotica giapponese basata sull'utilizzo di corde, ndr), era rimasta ferita. Una situazione che era sfuggita di mano all'imputato al quale inizialmente la Procura aveva contestato l'omicidio preterintenzionale, reato che non ha mai trovato conferma nei vari gradi di giudizio.
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