Il 4 agosto del 1989 uccise a colpi di pistola i genitori, Giuseppe e Marta, 53 e 50 anni, e il fratello minore Nicola, di 23, nella loro casa di Parma, ma per anni riuscì a tenere a tutti nascosta la strage facendo credere che la famiglia se ne fosse andata ai Caraibi. Nove anni dopo però Ferdinando Carretta venne rintracciato a Londra, dove lavorava come pony express. Subito negò di sapere dove fossero i genitori, poi davanti alle telecamere di «chi l'ha visto» confessò di aver sterminato i familiari, spiegando con macabri dettagli gli omicidi, compresa il fatto di aver portato i cadaveri in una discarica. Ieri, a 61 anni, Carretta è morto a Forlì, dove ha trascorso nove anni in licenza-esperimento in una comunità lavorando anche come impiegato in una cooperativa sociale, dopo averne scontati sette e mezzo nell'ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere. Dove aveva acquistato un appartamento con i soldi dell'eredità. Nel febbraio del '99 venne assolto dall'omicidio dei parenti perché ritenuto totalmente incapace di intendere e di volere all'epoca dei fatti, con il magistrato di sorveglianza di Bologna che nel 2015 aveva accolto, pur con alcune prescrizioni, la richiesta di libertà avanzata dal suo legale.
«Certamente mi sono pentito di quello che ho fatto - spiegò Carretta in un'intervista - Ho rovinato non solo la mia vita, ma quella dei miei genitori, di mio fratello e dei miei parenti. La gente non ha niente da temere nei miei confronti, perché quello a cui guardo io è di fare una vita tranquilla, di lavorare, fare una vita normalissima». Sugli omicidi resta però il giallo. I cadaveri dei Carretta infatti non furono mai ritrovati. Il pm di turno, Antonio Di Pietro, non credeva alla fuga e ordinò di cercare i corpi nelle discariche ma senza esito. Poi gli avvistamenti, presunti, in giro per il mondo, e la prenotazione di un volo Londra-Barbados del 6 agosto 1989 considerato documento attendibile e poi dichiarato un falso.
«In quell'estate dell'89 ero una persona completamente pazza. Vorrei che questa cosa non fosse mai successa, quello che ho fatto non lo avrei mai dovuto fare». Con la sua morte, la verità dei fatti, nella sua totalità, probabilmente non si saprà mai.
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