Una pioggia di attacchi dei droni ucraini contro il territorio russo, anche se Kiev non conferma. Ma a quattro giorni di distanza dall'esplosione di due droni intercettati sui cieli sopra al Cremlino, i servizi di sicurezza di Mosca affermano di avere sventato un nuovo attacco ucraino nel cuore della Russia, portato da velivoli senza pilota kamikaze imbottiti di esplosivo destinati contro una base che ospita aerei radar russi, e che si trova 700 chilometri oltre il confine. Si tratta dell'aeroporto di Severny, nella regione di Ivanovo, circa 300 chilometri da Mosca, dove sono di stanza gli A-50, gli Awacs russi per il controllo radar dei cieli, fondamentali per la Russia. Secondo i servizi di sicurezza interni (Fsb) il piano è stato sventato e l'aereo ultraleggero Aeroprakt A-32 che trasportava i droni, decollato dal villaggio di Blistov, nel nord dell'Ucraina, è stato bloccato una volta atterrato nella regione di Tula, e arrestati «il pilota e i sabotatori reclutati dai servizi ucraini».
Non solo. Il ministero della Difesa ha fatto sapere che altri 22 droni di Kiev sarebbero stati distrutti mentre si apprestavano a compiere azioni d'attacco sul Mar Nero. Inoltre i filorussi denunciano di aver abbattuto 10 velivoli senza pilota destinati a colpire ancora una volta Sebastopoli, dove ha sede la flotta russa dello stesso Mar Nero.
Diversi negli ultimi mesi sono stati gli attacchi ucraini denunciati da Mosca: in dicembre droni intercettati su due basi aeree russe, nella regione di Ryazan, 200 chilometri a sud-est della capitale, e in quella di Saratov, sul Volga: tre militari uccisi e quattro feriti. Nel febbraio un sedicente gruppo partigiano bielorusso, Bypol, aveva rivendicato un attacco con drone contro un aereo russo A-50 sulla pista della base di Machulishchi, vicino a Minsk: venti persone, tra cui un presunto agente ucraino, arrestati venti giorni dopo.
Kiev però continua a tenere un atteggiamento ambiguo a proposito di questi attacchi, a volte smentendo, altre volte lasciando spazio ai dubbi. Come ha fatto ad esempio il capo dell'intelligence militare, Kyrylo Budanov, secondo il quale il servizio alle sue dipendenze continuerà a «uccidere russi ovunque sulla faccia del mondo». Kiev naturalmente non vuole assumere ufficialmente il ruolo di Paese aggressore che preferisce attribuire a Mosca in esclusiva.
Ma certo tutto ciò alimenta la tensione tra i due nemici, proprio mentre si approssima la data del 9 Maggio, il giorno della vittoria celebrata in pompa magna a Mosca e non solo, che quest'anno però probabilmente sarà vissuta in maniera meno enfatica rispetto all'anno scorso, quando il trionfo nella Seconda guerra mondiale sembrava dovesse far rima con quello in Ucraina.
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