Dopo novanta giorni di guerra è sempre più evidente che l'Ucraina si è rivelata un osso duro da rosicchiare per l'orso russo. Così le tattiche sono cambiate e ora Mosca cerca di utilizzare meglio le sue risorse. Mantiene un'altissima capacità di fuoco sul campo. Ma gli strumenti di precisione, come i suoi potentissimi missili ipersonici, iniziano a scarseggiare e quindi devono essere usati in maniera più selettiva. Questo è uno dei motivi per cui l'esercito russo avrebbe spostato sistemi missilistici tattici Iskander-M nella regione bielorussa di Brest, a una distanza massima di 50 chilometri dal confine con l'Ukraina. Questo secondo lo Stato maggiore delle forze armate di Kiev, indicando che la minaccia di attacchi missilistici e aerei dal territorio della Repubblica di Bielorussia è in crescita. Da questa posizione potrebbero mettere sotto tiro buona parte delle retrovie ucraine e anche la zona di Leopoli, visto che gli Iskander hanno una portata di più di 400 kilometri. È evidente il vantaggio tattico che potrebbe derivare dal colpire in modo molto mirato (gli Iskander non sono intercettabili) le nuove armi fornite dall'Europa e dalla Nato, prima che arrivino sul fronte. Anche Leopoli, nel sud del Paese, continua ad essere un bersaglio. Secondo il portavoce dell'amministrazione militare della regione, Sergey Bratchuk le truppe russe stanno rafforzando la loro attività nella zona dell'Isola dei serpenti, per controllare le rotte marittime nel Mar Nero nordoccidentale e hanno dispiegato i sistemi missilistici S-400. Il portavoce ha anche sottolineato che il gruppo navale russo, che comprende navi anfibie e utilizza missili da crociera, continua a manovrare nel Mar Nero e «minaccia di colpire non solo Odessa, ma anche altre regioni dell'Ucraina». Secondo Bratchuk l'obiettivo russo rimane lo stesso: un ulteriore blocco dei porti, rafforzando il controllo sulle rotte commerciali marittime nel Mar Nero.
Che questo braccio della tenaglia degli attacchi a lungo raggio contro le forze di Kiev sia importante lo dimostra il fatto che la flotta russa continua a mantenersi attiva nonostante le grosse perdite subite a partire dalla ammiraglia, l'ncrociatore Moskva affondata. Ora però la tecnica di impiego è cambiata. Le navi di superficie vengono mantenute a maggior distanza e vengono impiegati in maniera sistematica due sottomarini classe Kilo. Si tratta di unità diesel elettriche famose nel mondo per la loro grande silenziosità e la difficoltà nell'intercettarle. Possono anche essere utilizzati per lanciare missili da crociera anche se non in quantità elevatissime ma soprattutto, possono consentire di monitorare le mosse ucraine e portare avanti guerra elettronica senza correre troppi rischi.
Insomma, questo è quello che Mosca mette in campo, al di là dell'attrito diretto nelle zone a est e a sud est del Paese in cui tenta di avanzare, per altro con successi limitati. Le contromosse ucraine passano in buona parte dagli aiuti occidentali. Circa 20 paesi, tra cui l'Italia, hanno annunciato nuovi pacchetti di armi e assistenza alla sicurezza in favore dell'Ucraina. Lo ha annunciato il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, parlando in conferenza stampa a margine della riunione virtuale del Gruppo di contatto con l'Ucraina, tenutasi a quasi tre mesi dall'inizio della guerra. Oltre all'Italia, tra i paesi che hanno annunciato ulteriori aiuti ci sono Danimarca, Grecia, Norvegia e Polonia. Ovviamente su ciò che verrà fornito all'Ucraina si tiene uno stretto riserbo ma pare che dalla Danimarca potrebbero arrivare dei missili Harpoon. Gli Harpoon in dotazione all'esercito danese gli RGM-84L-4 Harpoon Block II potrebbero prestarsi a un doppio uso colpire non solo imbarcazioni, ma anche obiettivi nei porti o a terra, come i centri logistici di Sebastopoli, in Crimea. Hanno una testata perforante di 221 chili di esplosivo, una gittata fra i 120 e i 300 chilometri e una velocità di 864 chilometri orari.
Molto invece nella zona del Donbass si gioca sull'uso dell'artiglieria. I russi avanzano molto lentamente ma quando riescono a farlo è grazie ad un'azione di fuoco massiccio non così dissimile da quelle che venivano usate nella Seconda guerra mondiale. Gli ucraini hanno ricevuto cannoni e obici occidentali decisamente più precisi e di rapido dispiegamento di quelli russi ed hanno un sistema di acquisizione dei bersagli migliore e molto più digitalizzato e in rete. Però sulla quantità non c'è confronto, il vantaggio di Mosca è netto. Ecco perché continuano a chiedere i lanciarazzi multipli che con la loro saturazione di fuoco possono bloccare qualunque avanzata. L'M270 in uso in alcuni Paesi Nato come l'Italia ha altissima mobilità e non consentirebbe ai russi di reagire con tiri di controbatteria. Ma per il momento washington esita.
A differenza degli obici ha una lunga gittata e potrebbe essere usato per colpire i russi in casa. Già l'uso sempre più massiccio di loitering munitions, come i droni switcblade,da parte degli ucraini può bastare a far salire la tensione.
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