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Moscovici: "Il Mes è decisivo, altrimenti le banche sono a rischio"

Il commissario europeo per gli Affari economici avvisa: "Non facciamo favori all'Italia, né ne abbiamo fatti nei miei cinque anni"

Moscovici: "Il Mes è decisivo, altrimenti le banche sono a rischio"

Pierre Moscovici smentisce favori nei confronti di un governo filo-europeo, dopo aver detto che il bilancio italiano è a rischio solamente di "non osservanza" nonostante aumentino il deficit strutturale e il debito. In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, il francese ha tenuto a precisare: "Non facciamo favori all’Italia, né ne abbiamo fatti nei miei cinque anni. C’è sempre stata una comprensione. L’Italia è un Paese decisivo della zona euro. Ha un debito elevato e una situazione di finanza pubblica non semplice. Abbiamo applicato a tutti i governi la flessibilità prevista dalle regole". E ha fatto un confronto tra la bozza di Bilancio di quest'anno con quella di un anno fa: "Quella fu respinta, avemmo una situazione estremamente conflittuale e poi un’altra discussione difficile in giugno. Il ministro Giovanni Tria fu coraggioso e così il premier Giuseppe Conte". Ma a suo giudizio vi è una differenza sostanziale con quella giallorossa: "La volontà del governo di adeguarsi quanto possibile ha rassicurato i mercati. La differenza di metodo e di approccio è evidente".

Mes e banche

La guardia deve restare sempre alta poiché vi è il serio rischio "di non ottemperanza" e dunque le autorità italiane sono state invitate "a prendere le misure necessarie a evitarlo. C’è un gap che andrà ridiscusso a primavera. Il problema di fondo resta l’alto debito pubblico, l’anno prossimo e nel 2021". Per l'Italia uno dei passi fondamentali sarà quello di ridurre proprio il debito pubblico: "È una situazione che non può durare senza conseguenze, per il vostro Paese e l’area euro. Gli euro consacrati a pagare gli interessi sul debito sono euro tolti al welfare, alle infrastrutture, alla giustizia. La spesa per il debito è la più stupida".

Il commissario europeo per gli Affari economici ha poi difeso la riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), per cui il governo potrebbe mettere un veto in occasione del prossimo vertice Ue: "Quella riforma è parte di un pacchetto di misure per rafforzare l’unione monetaria in caso di choc. A giugno ci fu un accordo per consolidare l’unione bancaria con il cosiddetto backstop, la rete di sicurezza del fondo di risoluzione delle banche. Noi alla Commissione abbiamo proposto anche di integrare il Mes nelle istituzioni comunitarie". La riforma provede che si possa facilitare il "dialogo fra governo coinvolto e investitori su base volontaria, informale, non vincolante, temporanea e riservata". In sintesi: se la riforma del fondo salvataggi Mes finisse bloccata, salterebbe la rete di sostegno delle banche che essa contiene.

Così come fatto da Paolo Gentiloni nel corso dell'audizione programmatica al Parlamento Ue, anche Moscovici ha parlato del Patto di stabilità: "Le regole vanno cambiate, ma non nel senso ordoliberale che vorrebbe qualcuno a Berlino". La necessità è infatti quella di avere "regole più semplici, meno prone ad accentuare i cicli economici verso l’alto e il basso, più leggibili, più capaci di sostenere la crescita". E nel caso dell'Italia c'è un altro obiettivo cardine: "Migliorare la produttività. Non si può accettare che cresca un punto meno dell’area euro".

Il francese infine ha commentato i populismi odierni: "Noto che il limite dei governi populisti è sempre il consenso del pubblico verso l’euro. Va migliorato il controllo democratico. Ma l’euro protegge e l’opinione pubblica l’ha capito". E ha concluso facendo un parallelismo: "Se Alexis Tsipras nel 2015 compì la sua svolta fu perché il 75% dei greci voleva restare nell’euro.

E se un anno fa il governo italiano cambiò la bozza di bilancio, fu perla pressione dei mercati da un lato e, dall’altro, perché la volontà degli italiani era di non uscire".

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